Sostenibilità
Obiettivo 9 Agenda 2030: imprese, innovazione e infrastrutture. A che punto siamo in Italia?
Il 9°obiettivo dell’Agenda 2030 promuove innovazione e industrializzazione eque e sostenibili. Ma a che punto siamo per il suo raggiungimento?
Fra i 17 obiettivi che compongono l’Agenda 2030, il nono Goal riguarda in modo specifico le imprese. Anche il tessuto imprenditoriale è infatti chiamato a contribuire a uno sviluppo sostenibile.
L’Agenda 2030 è a tutti gli effetti un programma che impegna i 193 Paesi membri delle Nazioni Unite che lo hanno sottoscritto nel 2015 a perseguire 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals o SDGs). Un programma che coinvolge governi, cittadini, media e appunto le imprese pubbliche e private. La richiesta è quella di raggiungere determinati traguardi in ambito ambientale, economico, sociale e istituzionale entro il 2030.
Il Nono Obiettivo, denominato “Imprese, innovazione e infrastrutture”, mira a costruire un’infrastruttura resiliente e a promuovere l’innovazione e un’industrializzazione equa, responsabile e sostenibile.
Per ogni Goal dell’Agenda 2030 sono stati definiti dei target e degli strumenti di attuazione.
I target dell’obiettivo 9
I target identificati per raggiungere quanto prefissato al nono obiettivo sono:
- Sviluppare infrastrutture di qualità, affidabili, sostenibili e resilienti, comprese le infrastrutture regionali e transfrontaliere, per sostenere lo sviluppo economico e il benessere umano, con particolare attenzione alla possibilità di accesso equo per tutti;
- Promuovere l'industrializzazione inclusiva e sostenibile e, entro il 2030, aumentare in modo significativo la quota del settore di occupazione e il prodotto interno lordo, in linea con la situazione nazionale, e raddoppiare la sua quota nei paesi meno sviluppati;
- Aumentare l'accesso dei piccoli industriali e di altre imprese, in particolare nei paesi in via di sviluppo, ai servizi finanziari, compreso il credito a prezzi accessibili, e la loro integrazione nelle catene e nei mercati di valore;
- Entro il 2030, aggiornare le infrastrutture e ammodernare le industrie per renderle sostenibili, con maggiore efficienza delle risorse da utilizzare e una maggiore adozione di tecnologie pulite e rispettose dell'ambiente e dei processi industriali, in modo che tutti i paesi intraprendano azioni in accordo con le loro rispettive capacità;
- Potenziare la ricerca scientifica, promuovere le capacità tecnologiche dei settori industriali in tutti i paesi, in particolare nei paesi in via di sviluppo, anche incoraggiando, entro il 2030, l'innovazione e aumentando in modo sostanziale il numero dei lavoratori dei settori ricerca e sviluppo ogni milione di persone e la spesa pubblica e privata per ricerca e sviluppo.
Gli strumenti necessari al raggiungimento del 9° Obiettivo
Gli strumenti di attuazione identificati per raggiungere i traguardi previsti dal 9°Goal dello sviluppo sostenibile sono:
- Facilitare lo sviluppo sostenibile e resiliente delle infrastrutture nei paesi in via di sviluppo attraverso un maggiore sostegno finanziario, tecnologico e tecnico ai paesi africani, ai paesi meno sviluppati, ai paesi in via di sviluppo senza sbocco sul mare e ai piccoli Stati insulari in via di sviluppo;
- Sostenere lo sviluppo della tecnologia domestica, la ricerca e l’innovazione nei paesi in via di sviluppo, anche assicurando un ambiente politico favorevole, tra le altre cose, alla diversificazione industriale e a conferire valore aggiunto alle materie prime
- Aumentare significativamente l'accesso alle tecnologie dell'informazione e della comunicazione e sforzarsi di fornire un accesso universale e a basso costo a Internet nei paesi meno sviluppati entro il 2020.
A che punto siamo in Italia con il raggiungimento dell’obiettivo 9?
L’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) annualmente redige un Rapporto sullo stato di avanzamento del nostro Paese rispetto all’attuazione dei 17 obiettivi dell’Agenda 2030.
Secondo il Rapporto ASviS 2021 (su dati 2020) il nostro Paese ha registrato una sostanziale stabilità per quanto riguarda i target dell’obiettivo 9 tra il 2019 e il 2020, mentre se si considera il periodo di tempo che va dal 2010 al 2020, l’Italia ha registrato sul nono obiettivo un importante progresso. Nonostante ciò, siamo sotto la media Ue per quel che riguarda i risultati ottenuti su tale Goal.
Imprese e innovazione: la situazione italiana
Con Margò, la piattaforma di sales acceleration di CRIBIS, abbiamo analizzato nel dettaglio il rapporto fra aziende italiane e innovazione, assegnando un punteggio in un range compreso fra 1 (alto) e 5 (basso) a parametri come:
- Crescita della produttività e dell’autonomia patrimoniale, individuazione best performers;
- Digital Attitude dell’impresa e livello di innovation del sito internet;
- Presenza di brevetti innovativi, approccio smart al business, management flessibile e orientato all’R&D;
- Livello di internazionalizzazione del contesto (investimenti esteri, filiere internazionalizzate, attività di export…).
Dall’analisi risulta che le aziende più innovative (score 1-2):
- Nel 65,5% dei casi sono state fondate dopo gli anni 2000.
- Oltre il 64,5% sono situate al Nord, di cui il 40,4% nel Nord-Ovest.
- Il 23% ha avuto con ricavi in crescita negli ultimi tre anni.
- Quasi un’azienda su quattro è cresciuta per tre anni di seguito.
- Hanno rischiosità bassa pari al 24,5% (oltre 15 punti percentuali al di sopra del dato medio italiano).
- Solo il 7,3% paga oltre 30 giorni (la media nazionale dei ritardi gravi è 11%).
I microsettori dove si registra una maggiore propensione a innovare sono:
- Servizi commerciali
- Industria macchinari industriali e computer
- Settore immobiliare
- Commercio ingrosso beni durevoli
- Commercio al dettaglio di articoli vari
- Ristoranti, catering
- Servizi personali
Resta ancora molto da fare, ma la strada che porta a un graduale rinnovamento del sistema imprenditoriale italiano non solo è tracciata, ma è anche l’unica possibile per continuare a restare competitivi in un mercato sempre più complesso e concorrenziale.
Luca Greco, Sales Innovation Director CRIBIS
L'AUTORE
Luca Greco
Sales Innovation Director, CRIBIS.
Dopo un’esperienza ventennale nel B2B sales, nella quale ha ottenuto importanti risultati accrescendo il valore di alcuni clienti strategici attraverso l’implementazione di progetti complessi in ambito credit management, supply chain e sales acceleration, ha avviato un nuovo percorso professionale assumendo il ruolo di Sales Innovation Director. Nel nuovo ruolo coordina un Team multitasking che si occupa di supportare e formare le reti di vendita, di garantire lo sviluppo di alcuni mercati verticali e di assistere i clienti nell’adoption dei servizi per aumentare il loro grado di consapevolezza e di soddisfazione. Appassionato lettore di saggi di storia, geopolitica e romanzi declina questa passione nei viaggi in luoghi con grande impatto naturalistico e/o ricchi di contenuti storici.
Sales Innovation Director, CRIBIS.
Dopo un’esperienza ventennale nel B2B sales, nella quale ha ottenuto importanti risultati accrescendo il valore di alcuni clienti strategici attraverso l’implementazione di progetti complessi in ambito credit management, supply chain e sales acceleration, ha avviato un nuovo percorso professionale assumendo il ruolo di Sales Innovation Director. Nel nuovo ruolo coordina un Team multitasking che si occupa di supportare e formare le reti di vendita, di garantire lo sviluppo di alcuni mercati verticali e di assistere i clienti nell’adoption dei servizi per aumentare il loro grado di consapevolezza e di soddisfazione. Appassionato lettore di saggi di storia, geopolitica e romanzi declina questa passione nei viaggi in luoghi con grande impatto naturalistico e/o ricchi di contenuti storici.
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