Analisi dell’andamento economico dei pastifici italiani negli ultimi anni

Il 25 ottobre è il World Pasta Day, un evento promosso da Unione Italiana Food e l'International Pasta Organisation (IPO), che celebra ormai da anni uno dei piatti simbolo della tradizione culinaria italiana.

Non a caso, i dati del report 2023 sull’industria pastaria in Italia realizzato dell’Area Studi Mediobanca, vedono l’Italia come primo Paese al mondo per produzione di pasta con 3,7 mln di tonnellate (pari al 22,3% del totale) e anche il principale esportatore con 2,1 milioni di tonnellate di pasta esportati (43% del totale), con un grosso distacco dal secondo, ovvero la Turchia che segue con 1,3 milioni di tonnellate.

Numeri importanti che confermano un prestigio tutto italiano. Del resto, l’italico amore per la pasta è confermato anche dai consumi. L’Italia ha il più alto consumo di pasta pro-capite del mondo: 23 kg all’anno. Seguono Tunisia (17 kg), Venezuela (15 Kg) e Grecia (12,2 Kg).

Proprio l’alto consumo fa sì che l’Italia non sia autosufficiente. Per questo motivo siamo anche il quarto maggiore importatore di grano duro (1,9 milioni di tonnellate che arrivano principalmente da Canada, Francia e Grecia).

La pasta secca rappresenta il 95% circa della produzione italiana complessiva, mentre la pasta fresca arriva al 5%. Un prodotto che divide l’Italia in due: quasi il 60% dei siti produttivi di pasta secca si trova al Centro e al Sud, mentre oltre il 90% di quelli di pasta fresca è a Nord Est e Nord Ovest.

Italia che vai, pasta che trovi

Come anticipato, la pasta racconta un’Italia diversa a seconda dell’area geografica presa in esame. La Campania è, infatti, la prima regione italiana per esportazione di pasta ed è qui che si concentrano il 19% della produzione nazionale e il 13% dei pastifici domestici. Segue l’Emilia-Romagna, seconda sia dal punto di vista delle esportazioni, sia per il volume della produzione (18%) con un numero di pastifici pari all’8% del totale nazionale.

Diverso il primato della Sicilia che, invece, ospita il maggior numero di molini (36% nazionale), mentre la Puglia è la prima regione per produzione di grano duro (23,2% del totale nazionale).

Ma dove si trovano le aziende del settore? Secondo i dati di Margò di CRIBIS la più alta concentrazione di pastifici si trova in:

• Emilia-Romagna (11,9%)
• Campania (10,4%)
• Lazio (10,2%)
• Puglia (7,3%)
• Lombardia (7,1%)

A conferma dell’artigianalità della produzione, la forma giuridica più diffusa è l’Impresa individuale (49,44%). Seguono le Società di persone (25,47%) e le Società di capitali (24,72%).

Numeri in crescita per il settore pastario

Con un mercato della pasta florido e in crescita a livello globale, qual è stato l’andamento economico dei pastifici italiani?

Fatturato e numero di dipendenti confermano l’ottimo momento per il comparto con il primo che passa da 7.853.694.324 euro nel 2020 a 7.960.580.812 euro nel 2021, per poi raggiungere 9.717.237.541 euro nel 2022.

Va però notato che il fatturato 2022 risente anche del rialzo dei prezzi delle materie prime cerealicole causato dai conflitti e dall’inflazione, che non ha certo risparmiato grano e derivati.

In continuo aumento anche gli addetti:

• 18.678 nel 2021
• 18.920 nel 2022
• 19.696 nel 2023

Quali sono le prospettive future del mercato della pasta?

Con un mercato globale della pasta valutato 68,35 miliardi di USD nel 2023 che si prevede raggiungerà i 71,42 miliardi di USD nel 2024 per arrivare a 100,24 miliardi di USD entro il 2032, le aziende del comparto hanno ottime probabilità di sviluppo, soprattutto se si aprono ai mercati esteri.

E non serve guardare troppo lontano, dal 2023 al 2029, secondo quanto riportato da Businesscoot, il valore del mercato europeo della pasta è previsto in costante crescita, passando da 20,19 miliardi di USD a 31,25 miliardi di USD. 

Le opportunità non mancano, tutto starà nell’attrezzarsi per saperle cogliere. I pastifici italiani sono chiamati, dunque, a mantenere l’approccio artigianale pur confrontandosi con una concorrenza nazionale e internazionale sempre più accesa.

Andare incontro alle esigenze dei consumatori, sempre più attenti e informati, sarà uno dei fattori imprescindibili e vincenti.