Sostenibilità

Emissioni gas serra record: fondamentale investire in energia solare e rinnovabili

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Le emissioni di CO2 toccano nuovi record nel 2023. Scopri i dati dell'UNEP e le soluzioni per le imprese verso la sostenibilità. Leggi l'analisi.

Nonostante le iniziative messe in atto, le emissioni di gas serra hanno raggiunto nuovi record nel 2023 e l’ONU lancia l’allarme: se non verranno aumentati gli sforzi e gli investimenti per contenere i gas serra sarà impossibile raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi .

Emissioni record: 57,1 miliardi di tonnellate di CO2 nel 2023

In base ai dati dell’Emissions Gap Report dell’UNEP (United Nations Environment Programme o Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente), pubblicato a fine ottobre 2024, le emissioni globali di gas serra hanno raggiunto il nuovo record di 57,1 miliardi di tonnellate di CO2 nel 2023, segnando un +1,3% rispetto all’anno precedente.

Il report non lascia dubbi: proseguendo in questo modo ci si allontana irrimediabilmente dell’obiettivo di contenere il rialzo termico. Per evitarlo, l’unica soluzione è diventare indipendenti dai combustibili fossili.

Secondo l’ONU, l’intensificarsi degli impatti climatici a livello globale, impone alle nazioni l’implementazione di azioni più forti e coraggiose.

Per limitare il riscaldamento globale al di sotto di 2°C e circoscriverlo a 1,5°C al fine di evitare le conseguenze catastrifiche del cambiamento climatico, come previsto dall’Accordo di Parigi, nelle condizioni attuali gli esperti dell’UNEP stimano tagli alle emissioni di gas serra del 42% entro il 2030 e del 57% entro il 2035. In termini annuali, la riduzione dovrebbe essere del 7,5% ogni anno fino al 2035.

Percentuali importanti, che richiedono un impegno massiccio da parte di tutti i Paesi che ci si auspica venga formalizzato nei Nationally Determined Contributions (NDC) entro febbraio 2025.

Se non si dovesse intervenire in questo modo, l’UNEP prevede un aumento della temperatura di 2,6-3,1°C nel corso di questo secolo, con impatti irrimediabili sul pianeta, sulle persone che ci vivono e sull’economia globale.

 

Per limitare le emissioni servono più investimenti

L’unica strada per scongiurare questo scenario è abbandonare i combustibili fossili a vantaggio delle energie rinnovabili, ma anche bloccare la deforestazione e ripristinare gli ecosistemi.

Secondo l’Onu, grazie alle rinnovabili si può arrivare a una riduzione del 27% delle emissioni entro il 2030 e del 38% entro il 2035, mentre intervenire bloccando la deforestazione permetterebbe un’ulteriore diminuzione del 20%.

Gli esperti dell’UNEP, che hanno realizzato il report, sostengono che le risorse tecnologiche e i finanziamenti necessari per un intervento drastico ci sono. A mancare sarebbe il “coraggio politico”, soprattutto tra i Paesi del G20, responsabili di oltre il 77% delle emissioni globali.

Per intervenire in modo decisivo, l’ONU stima sia necessario un aumento minimo di sei volte delle risorse stanziate per la mitigazione dei rischi climatici e un investimento annuo aggiuntivo di 0,9-2,1 trilioni di dollari fino al 2050.

Del resto, il costo dell’inazione sarà molto più alto, con conseguenze devastanti derivanti da eventi meteorologici estremi e disastri climatici.

 

Il ruolo delle imprese nella riduzione delle emissioni

Le imprese hanno un ruolo cruciale in questo percorso, essendo responsabili di una parte significativa delle emissioni globali derivanti dalla produzione, dalla distribuzione e dal consumo di beni e servizi.

Attraverso strategie e azioni mirate, possono contribuire in modo determinante al raggiungimento degli obiettivi climatici stabiliti dall’Accordo di Parigi e dagli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile con l’adozione di energie rinnovabili, ma anche introducendo tecnologie più efficienti nei processi produttivi (come macchinari a basso consumo, sistemi di illuminazione LED e software di gestione dell’energia), che permettono di abbattere la richiesta energetica.

L’adozione di modelli di economia circolare consente, inoltre, alle aziende di ridurre l’utilizzo di risorse naturali e la produzione di rifiuti.

Anche la supply chain è chiamata a fare la sua parte: una gestione sostenibile della catena di fornitura prevede infatti l’impegno a ridurre le emissioni lungo tutto il ciclo di vita del prodotto, anche  valutando correttamente i fornitori in base alla loro adesione a criteri di sostenibilità e incentivando pratiche che riducano l’impatto ambientale. Ricorrere a standard e certificazioni per i partner commerciali può, per esempio, favorire la creazione di una filiera più trasparente e attenta ai fattori ESG.

Le aziende sono, inoltre, chiamate a investire in ricerca e sviluppo per creare prodotti che abbiano un minore impatto ambientale, siano più durevoli, efficienti e facilmente riciclabili.

Seppure la riduzione diretta sia l’approccio prioritario, molte aziende adottano anche programmi di compensazione delle emissioni attraverso l’acquisto di crediti di carbonio o l’investimento in progetti di riforestazione, energia pulita o recupero delle risorse naturali. Se è vero che la compensazione non è la soluzione ideale, è sicuramente un’attività complementare importante.

Le imprese, dunque, attraverso azioni concrete, investimenti in tecnologie verdi e l’adozione di strategie green, possono fare la differenza nella lotta al cambiamento climatico.

Siamo sicuri che le aziende italiane sono pronte a fare la loro parte. E CRIBIS con loro, attraverso Synesgy, la piattaforma che permette di incrementare consapevolezza e trasparenza nei processi delle filiere produttive.


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Luca Greco
L'AUTORE
Luca Greco

Sales Innovation Director, Cribis

Dopo un’esperienza ventennale nel B2B sales, nella quale ha ottenuto importanti risultati accrescendo il valore di alcuni clienti strategici attraverso l’implementazione di progetti complessi in ambito credit management, supply chain e sales acceleration, ha avviato un nuovo percorso professionale assumendo il ruolo di Sales Innovation Director. Nel nuovo ruolo coordina un Team multitasking che si occupa di supportare e formare le reti di vendita, di garantire lo sviluppo di alcuni mercati verticali e di assistere i clienti nell’adoption dei servizi per aumentare il loro grado di consapevolezza e di soddisfazione. Appassionato lettore di saggi di storia, geopolitica e romanzi declina questa passione nei viaggi in luoghi con grande impatto naturalistico e/o ricchi di contenuti storici.

Sales Innovation Director, Cribis

Dopo un’esperienza ventennale nel B2B sales, nella quale ha ottenuto importanti risultati accrescendo il valore di alcuni clienti strategici attraverso l’implementazione di progetti complessi in ambito credit management, supply chain e sales acceleration, ha avviato un nuovo percorso professionale assumendo il ruolo di Sales Innovation Director. Nel nuovo ruolo coordina un Team multitasking che si occupa di supportare e formare le reti di vendita, di garantire lo sviluppo di alcuni mercati verticali e di assistere i clienti nell’adoption dei servizi per aumentare il loro grado di consapevolezza e di soddisfazione. Appassionato lettore di saggi di storia, geopolitica e romanzi declina questa passione nei viaggi in luoghi con grande impatto naturalistico e/o ricchi di contenuti storici.

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