Sostenibilità

Bilancio di Sostenibilità: comunicare l'impegno per lo sviluppo sostenibile

Bilancio Sostenibilità 2

Il BdS è lo strumento attraverso cui le imprese monitorano e comunicano il loro impegno ambientale e sociale. Ma cosa contiene, e quali sono i suoi vantaggi?

Il sistema produttivo mondiale è alle prese con un nuovo imperativo: contribuire a un progresso che sia in linea con i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile, dove il rispetto per il pianeta si accompagna a politiche sociali eque.

Dimostrare e comunicare il proprio impegno per l’ambiente attraverso il Bilancio di Sostenibilità è diventato strategico per le aziende. Rispettare i criteri ESG non è solo un dovere verso le future generazioni ma anche la via per poter continuare a crescere. Le imprese con la migliore green reputation, infatti, sono quelle verso cui gli investitori orientano principalmente le proprie scelte.

Investimenti ESG: gli investitori premiano le aziende sostenibili

Nonostante nel primo trimestre del 2022 gli investimenti in ESG abbiano registrato una flessione a causa dello scoppio del conflitto russo-ucraino, delle aspettative sul rialzo dei tassi e di politiche monetarie restrittive per far fronte a una crescente inflazione, va notato come negli ultimi dieci anni gli investitori abbiano premiato le aziende più attente alla sostenibilità e in linea con i criteri ESG.

Qualche numero? Secondo i dati di Morningstar, a fine dicembre 2021 i fondi europei ESG erano 4.461 (+ 40% rispetto alla fine del 2020), i fondi ESG globali erano 5.932, di cui il 75% in Europa e il 9% negli Stati Uniti, mentre il patrimonio mondiale dei fondi ESG era di 2,74 mila miliardi di dollari, di cui l’81% allocato in Europa e il 13% oltre oceano.

Bilancio di Sostenibilità: cos’è e quali informazioni contiene?

Il Bilancio di Sostenibilità è un prezioso strumento per rendicontare e comunicare le politiche aziendali intraprese in termini di responsabilità ambientale e sociale. Nel Libro verde della Commissione Europea del 2001 viene definito come: “L’integrazione volontaria delle preoccupazioni sociali ed ecologiche delle imprese nelle loro operazioni commerciali e nei loro rapporti con le parti interessate”. 

La stessa Commissione UE, con la Direttiva 2014/95/UE, definisce quali sono le informazioni non finanziarie che identificano la sostenibilità aziendale. In particolare, queste informazioni riguardano:

  • Questioni ambientali;
  • Questioni sociali e trattamento dei dipendenti;
  • Rispetto dei diritti umani;
  • Anticorruzione e concussione;
  • Diversità negli organi aziendali.

Con il Bilancio di Sostenibilità si vanno quindi a indicare responsabilità, comportamenti e risultati su tematiche sociali, ambientali e di governance.

Le performance vengono misurate attraverso standard nazionali o internazionali. Fra i più usati ci sono gli indici del Global Reporting Initiative, un ente internazionale senza scopo di lucro nato proprio per aiutare le aziende a definire dei parametri universali per “misurare” l’impegno verso la sostenibilità.

 

 

Bilancio di Sostenibilità e Dichiarazione Non Finanziaria: le differenze

Seppur usati spesso come sinonimi, la Dichiarazione Non Finanziaria  e il Bilancio di Sostenibilità non sono la stessa cosa. Più in particolare:

  • La Dichiarazione Non Finanziaria è la rendicontazione con le informazioni non finanziarie che una particolare categoria di aziende è obbligata a pubblicare oltre ai dati economico-finanziari;
  • Parliamo invece di Bilancio di Sostenibilità o di Report di Sostenibilità quando la rendicontazione è su base volontaria da parte di soggetti non obbligati alla pubblicazione.

L’obbligo di DNF – principale differenza con il Bilancio che è a basa volontaria – interessa al momento gli Enti di Interesse Pubblico, banche, assicurazioni e imprese di riassicurazione che hanno un numero di dipendenti superiore a 500, oltre anche alle Società madri di gruppi di grandi dimensioni aventi la qualifica di EIP.

Esiste una proposta di Direttiva europea della Commissione UE che spinge verso un ampliamento del numero di aziende che dovranno obbligatoriamente presentare la DNF includendo tutte le imprese di grandi dimensioni e le PMI quotate, ad eccezione delle microimprese.

A cosa serve il Bilancio di Sostenibilità: i vantaggi

Pubblicare il Bilancio di Sostenibilità sintetizzando e valutando il proprio impatto sociale, ambientale ed economico, rendendo così noti gli impegni e i risultati presi nell’ambito della Responsabilità Sociale d’Impresa ha diversi vantaggi:

 

  • è un modo per comunicare il proprio contributo per uno sviluppo sostenibile a chiunque abbia un interesse nei confronti dell’azienda (dipendenti, investitori, sindacati, media…) migliorando la reputazione aziendale;
  • permette di poter accedere a mutui e finanziamenti stanziati appositamente per progetti sostenibili;
  • è una dimostrazione di responsabilità e trasparenza che rafforza l’immagine dell’azienda;
  • aiuta a verificare rischi e risultati delle politiche aziendali.

Bilancio di Sostenibilità: sempre più aziende comunicano il proprio impegno in ottica ESG

Se la sostenibilità è il concetto su cui si dovranno basare le strategie imprenditoriali, la misurazione degli effetti delle scelte sostenibili prese diventa una fase fondamentale di verifica per poter raggiungere con maggiore consapevolezza ed efficacia gli obiettivi fissati nel breve, medio e lungo termine.

Se già oggi molte aziende hanno deciso di pubblicare volontariamente il Bilancio di Sostenibilità, c’è da aspettarsi che nel giro di qualche anno sarà la prassi per la maggior parte delle imprese.

Marco Preti, CEO CRIBIS

Marco Preti
L'AUTORE
Marco Preti

CEO CRIBIS

Amministratore delegato di CRIBIS da più di dieci anni, dal 2020 è anche Direttore Generale della business unit CRIF dedicata alla Business Information & BPO e Amministratore Delegato di CRIBIS Credit Management.
Da diversi anni ricopre ruoli internazionali all’interno del Gruppo. È presidente del CdA CRIF per la Giordania, la Turchia e gli Emirati Arabi Uniti e fa parte del Consiglio di Amministrazione CRIF in Polonia e Bürgel. Inoltre, fa parte del Consiglio di Amministrazione della società di consulenza Credit Data Research Italia e di Workinvoice, la piattaforma specializzata nella cessione del credito per le PMI.

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Amministratore delegato di CRIBIS da più di dieci anni, dal 2020 è anche Direttore Generale della business unit CRIF dedicata alla Business Information & BPO e Amministratore Delegato di CRIBIS Credit Management.
Da diversi anni ricopre ruoli internazionali all’interno del Gruppo. È presidente del CdA CRIF per la Giordania, la Turchia e gli Emirati Arabi Uniti e fa parte del Consiglio di Amministrazione CRIF in Polonia e Bürgel. Inoltre, fa parte del Consiglio di Amministrazione della società di consulenza Credit Data Research Italia e di Workinvoice, la piattaforma specializzata nella cessione del credito per le PMI.

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