Gestione Crediti Commerciali

Cosa si intende per crisi di impresa e cosa prevede il nuovo codice che ne disciplina la gestione

Office Credit Thun

Cosa si intende per crisi di impresa, e cosa prevede il nuovo Codice di Crisi di Impresa e di Insolvenza in vigore dal 2022? Scoprilo su Cribis.

Molte imprese italiane sono state travolte negli ultimi due anni dal sommarsi di eventi come la pandemia e le tensioni geopolitiche, una tempesta che sembra destinata ad acuirsi per via degli esorbitanti aumenti dei prezzi di gas, elettricità e materie prime. Viene quindi da domandarsi quali siano gli strumenti a disposizione delle aziende in difficoltà nel momento in cui si trovano ad affrontare una crisi di impresa.

 

Cosa si intende per crisi di impresa?

Secondo quanto disciplinato dal Codice di Crisi di Impresa e di Insolvenza (CCII), per crisi di impresa si intende “lo stato che rende probabile l’insolvenza del debitore, e che per le imprese si manifesta come inadeguatezza dei flussi di cassa prospettici a far fronte regolarmente alle obbligazioni nei successivi 12 mesi”.

 

Il codice che disciplina la crisi di impresa

Il Codice di Crisi di Impresa e di Insolvenza, entrato in vigore il 15 luglio 2022, unifica in un solo codice la disciplina della crisi di ogni tipologia di debitore, fatte salve le grandi e grandissime imprese che resteranno soggette alla procedura di amministrazione straordinaria.

Il testo finale del CCII incorpora inoltre le norme volte all’attuazione della Direttiva UE “Insolvency”, che ha l’obiettivo di introdurre regole e principi comuni ai paesi membri in materia di crisi d’impresa.

 

 

Gli “adeguati assetti” per rilevare tempestivamente la crisi di impresa

Le norme in materia di crisi di impresa sono state riviste più volte negli ultimi anni, con l’obiettivo di fare in modo che emergano le difficoltà economiche e finanziarie dell’impresa prima che sia troppo tardi e debba intervenire l’autorità giudiziaria.

In merito a ciò, sempre nel CCII viene introdotto il concetto di adeguati assetti di cui l’imprenditore deve dotarsi al fine di rilevare tempestivamente la crisi.

In quest’ottica, qualsiasi imprenditore che operi in forma societaria o collettiva deve:

 

  • istituire un assetto organizzativo, amministrativo e contabile adeguatoalla natura e alle dimensioni dell’impresa, anche in funzione della rilevazione tempestiva della crisi dell’impresa e della perdita della continuità aziendale;
  • attivarsi senza indugio per l’adozione e l’attuazione di uno degli strumenti previsti dall’ordinamento per il superamento della crisi e il recupero della continuità aziendale.

 

Al fine di prevedere tempestivamente la crisi d’impresa, in base all’art.3 del CCII tali assetti organizzativi, amministrativi e contabili devono consentire di:

 

  • rilevare eventuali squilibri di carattere patrimoniale o economico-finanziario, rapportati alle specifiche caratteristiche dell’impresa;
  • verificare la sostenibilità dei debiti e le prospettive di continuità aziendalealmeno per i dodici mesi successivi e rilevare i segnali di crisi.

 

In buona sostanza, si introduce un «vero e proprio obbligo», per l’imprenditore, di adottare degli assetti organizzativi, amministrativi e contabili finalizzati a monitorare, ed eventualmente, rilevare situazioni patologiche che potrebbero sfociare anche nella crisi dell’impresa. Questi doveri riguardano l’imprenditore in quanto tale e non l’imprenditore in quanto debitore.

 

Nuovi approcci alla gestione della crisi di impresa

Sostanzialmente, la disciplina in materia di crisi di impresa prevede che gli amministratori siano chiamati a strutturare l’azienda in modo che situazioni di difficoltà emergano tempestivamente, (così da agire in via preventiva alla risoluzione della eventuale crisi), mentre gli organi di controllo dovranno vigilare sull’adempimento di tali obblighi.

Questa nuova impostazione del legislatore, in cui “prevenire” è la parola d’ordine e dove il termine “fallimento” viene abbandonato a favore di espressioni meno negative e punitive, agevola un cambiamento nell’approccio culturale e operativo alla crisi di impresa i cui effetti avremo modo di valutare nei prossimi anni.

 

 

Matteo Nori, Operations Manager Cribis.

Matteo Nori
L'AUTORE
Matteo Nori

Operations Manager CRIBIS

Matteo Nori è Senior Operations Manager presso Cribis D&B Srl, parte del gruppo Crif, dal 2009. Nel settore delle Business Information da molti anni, inizia la propria carriera come analista e assume poi progressivamente responsabilità manageriali e di gestione delle risorse umane. Ha ricoperto ruoli di leadership in aziende come Orefro S.p.A e  Dun & Bradstreet, con incarichi di responsabilità anche a livello internazionale. E’ specializzato in strategia aziendale e in metodologie di ottimizzazione dei processi operativi e di quality improvement, possiede certificazione Lean Six Sigma.

Operations Manager CRIBIS

Matteo Nori è Senior Operations Manager presso Cribis D&B Srl, parte del gruppo Crif, dal 2009. Nel settore delle Business Information da molti anni, inizia la propria carriera come analista e assume poi progressivamente responsabilità manageriali e di gestione delle risorse umane. Ha ricoperto ruoli di leadership in aziende come Orefro S.p.A e  Dun & Bradstreet, con incarichi di responsabilità anche a livello internazionale. E’ specializzato in strategia aziendale e in metodologie di ottimizzazione dei processi operativi e di quality improvement, possiede certificazione Lean Six Sigma.

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