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D&B Global Bankruptcy Report 2021: i fallimenti aziendali nel panorama globale

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L'analisi di Dun & Bradstreet relativa all'evoluzione dei tassi di fallimento aziendale in Italia e negli altri paesi del contesto globale.

Nonostante siano passati due anni dallo scoppio della pandemia, le condizioni dei mercati rimangono abbastanza volatili per le imprese di molti settori. In questo contesto, il nostro partner Dun & Bradstreet ha analizzato i dati sui tassi di fallimento aziendale a livello globale.

 

GLOBAL BANKRUPTCY REPORT: CALANO I FALLIMENTI AZIENDALI DURANTE IL 2021

Il Covid-19 ha dominato lo scenario globale durante il 2021. Quasi la metà delle 43 economie mondiali monitorate da D&B ha registrato un calo nei fallimenti aziendali durante il 2021, che di conseguenza hanno raggiunto i livelli più bassi dell’ultimo decennio.

Notiamo come la percentuale di aziende danneggiate sia salita del 4% nella prima metà del 2021 rispetto al 2020. Ciò sembra controintuitivo alla caduta dei tassi di fallimenti aziendali, ma ci sono diversi fattori che hanno aiutato le imprese.

 

FATTORI CHIAVE DEL CALO DEI TASSI DI FALLIMENTO AZIENDALI: IL SUPPORTO DEI GOVERNI

Tra i principali fattori troviamo sicuramente le enormi misure di supporto applicate dai governi. Molte delle misure annunciate nel 2020 come aiuto nel periodo di crisi sono stata prorogate al di là del periodo iniziale. I dati ci mostrano che nella media le economie più avanzate hanno fornito supporti fiscali per importi pari al 28,4% del PIL nazionale, un numero incredibile in confronto al 2,6% a seguito della Crisi Finanziaria Globale del 2008.

 

FATTORI CHIAVE DEL CALO DEI TASSI DI FALLIMENTO AZIENDALI: LA RIDUZIONE DEI TASSI DI POLIZZA

Le banche centrali di tutto il mondo si sono adeguate rapidamente all’allentamento delle condizioni monetarie. Infatti, 32 dei 35 paesi di cui abbiamo dati hanno ridotto i tassi di polizza di 123 punti base come risposta alla crisi. Un calo significativo considerando che il tasso medio di queste economie si era fermato al 2,01% nel marzo 2020.

 

FATTORI CHIAVE DEL CALO DEI TASSI DI FALLIMENTO AZIENDALI: LA TOLLERANZA DEI CREDITORI

Un altro fattore fondamentale nella riduzione dei fallimenti è stato la tolleranza dei creditori. In alcune economie sono state cambiate le leggi che regolano i fallimenti delle imprese per fornire più spazio di manovra ed evitare acquisizioni ostili. Tra i cambiamenti troviamo l’aumento dell’importo soglia sopra il quale un creditore può prendere misure contro un debitore che è in ritardo con il pagamento.

Tra le economie che hanno prorogato la sospensione dell’obbligo di dichiarare fallimento:

 

  • India fino a marzo 2021;
  • Germania fino ad aprile 2021;
  • Spagna fino a giugno 2022.

 

FALLIMENTI AZIENDALI: IL CASO ITALIANO

Tra gennaio e settembre 2021 il numero di liquidazioni aziendali in Italia è aumento del 43% rispetto allo stesso periodo del 2020. Questo forte aumento si osserva sebbene le misure fatte a sostegno della riduzione del debito siano ancora ampiamente in vigore.

Con la fine delle ultime misure relative al Covid e al sostegno governativo per imprese e lavoratori, ci si aspetta un aumento del rischio di insolvenza nella prima metà del 2022. Potremmo aspettarci un calo per quanto riguarda i rischi di insolvenza delle aziende italiane verso la fine dell’anno grazie all’introduzione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che consiste nell’erogazione dell’UE di fondi pari a 68,9 miliardi di euro in sovvenzioni e 122,6 miliardi in prestiti.

 

OLTRE L’ITALIA: I FALLIMENTI AZIENDALI IN CINA, RUSSIA, FRANCIA E UK

Andiamo ora a osservare i fallimenti aziendali in altri contesti globali:

  • CINA. I dati raccolti da D&B in Cina mostrano una riduzione del 27% del numero di insolvenze da parte di imprese rispetto al 2020. Queste cifre riflettono le misure economiche e normative adottate durante la pandemia. Quindi, il governo – dopo la pandemia – si è concentrato nel ridurre la leva attuata finora.
  • RUSSIA. In Russia i fallimenti sono scesi del 5% nel 2021 grazie all’allentamento delle leggi fallimentari e al dinamismo delle attività commerciali. Tuttavia la situazione tesa dovuta alla crisi con l’Ucraina e tutte le conseguenze che ne derivano ci prospettano una significativa crescita del tasso di fallimenti durante questo 2022.
  • FRANCIA. In Francia il numero di fallimenti commerciali è crollato del 12% nel 2021. Si tratta del livello più basso raggiunto a partire dal 1986 ed è stato possibile raggiungerlo grazie ai forti aiuti di stato forniti alle imprese durante e dopo la pandemia. Le condizioni economiche, sanitarie e politiche di quest’anno potrebbero rappresentare una sfida per il mantenimento di questo livello di fallimento aziendale.
  • UK. Nel Regno Unito durante il 2021 il numero di liquidazioni aziendali è aumentato del 19% rispetto all’anno precedente. Questo forte aumento può essere spiegato da una serie di fattori, ma in primo luogo dalla graduale eliminazione di molte misure di sostegno nel corso del 2021. D&B prevede un aumento del rischio di fallimento almeno nella prima metà del 2022.

 

L’EVOLUZIONE GLOBALE DEI FALLIMENTI AZIENDALI NEL 2022: LE PROSPETTIVE

La fine delle politiche governative di supporto fiscale per le imprese e il restringimento dei parametri da parte dei finanziatori ci potrebbero portare a un aumento dei fallimenti aziendali durante il 2022.

Questo non contando che il conflitto tra Russia e Ucraina potrebbe avere un grande impatto sulle economie di tutto il mondo e intensificare i fallimenti aziendali nella seconda metà del 2022.

 

Scarica qui sotto la tua copia del Global Bankruptcy Report!

 

Matteo Nori, Operations Manager CRIBIS

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Matteo Nori
L'AUTORE
Matteo Nori

Operations Manager CRIBIS

Matteo Nori è Senior Operations Manager presso Cribis D&B Srl, parte del gruppo Crif, dal 2009. Nel settore delle Business Information da molti anni, inizia la propria carriera come analista e assume poi progressivamente responsabilità manageriali e di gestione delle risorse umane. Ha ricoperto ruoli di leadership in aziende come Orefro S.p.A e  Dun & Bradstreet, con incarichi di responsabilità anche a livello internazionale. E’ specializzato in strategia aziendale e in metodologie di ottimizzazione dei processi operativi e di quality improvement, possiede certificazione Lean Six Sigma.

Operations Manager CRIBIS

Matteo Nori è Senior Operations Manager presso Cribis D&B Srl, parte del gruppo Crif, dal 2009. Nel settore delle Business Information da molti anni, inizia la propria carriera come analista e assume poi progressivamente responsabilità manageriali e di gestione delle risorse umane. Ha ricoperto ruoli di leadership in aziende come Orefro S.p.A e  Dun & Bradstreet, con incarichi di responsabilità anche a livello internazionale. E’ specializzato in strategia aziendale e in metodologie di ottimizzazione dei processi operativi e di quality improvement, possiede certificazione Lean Six Sigma.

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