Sostenibilità
Dichiarazione non finanziaria: cos’è e quali aziende sono obbligate a redigerla
Cos'è la rendicontazione non finanziaria, e quali sono le società obbligate a farla? Una panoramica sulla DNF e sull’impegno per la sostenibilità aziendale.
Secondo quanto riportato dall’Istat, nell’ultimo decennio, in Europa, l’attività economica ha migliorato i propri livelli di sostenibilità. I progressi, in Italia e altrove, sono la conseguenza del cambiamento della struttura dell’economia e del diffuso ricorso da parte delle imprese a tecnologie più attente all’ambiente, oltre a un uso di risorse più accorto. Al tempo stesso, la responsabilità sociale d’impresa è diventata un obiettivo da perseguire attraverso azioni mirate.
Oggi le imprese sanno di essere chiamate a rispondere dell’impatto ambientale della propria attività e di avere un ruolo centrale nella tutela del Pianeta, soprattutto in merito alle emissioni inquinanti e climalteranti, nel consumo di risorse naturali e nella produzione di rifiuti.
Il percorso verso uno sviluppo sostenibile è stato agevolato e accompagnato anche da un adeguamento a livello normativo, fra cui l’introduzione dell’obbligo di Dichiarazione Non Finanziaria (DNF) per alcune imprese.
DNF: QUALI INFORMAZIONI CONTIENE
La Direttiva 2014/95/UE ha stabilito le regole sulla divulgazione di informazioni non finanziarie, ovvero quelle informazioni che riguardano:
- Questioni ambientali
- Questioni sociali e trattamento dei dipendenti
- Rispetto dei diritti umani
- Anticorruzione e concussione
- Diversità negli organi aziendali (in termini di età, genere, percorso formativo e
professionale)
Grazie alla dichiarazione non finanziaria, le aziende possono rendicontare e comunicare quali azioni in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile hanno messo in atto, a tutto beneficio della propria green reputation.
QUALI AZIENDE SONO OBBLIGATE A REDIGERE LA DICHIARAZIONE NON FINANZIARIA
Il D. Lgs. n.254/2016 con il recepimento della Direttiva 2014/95/UE ha reso obbligatoria la redazione e la pubblicazione della Dichiarazione Non Finanziaria per:
- Enti di Interesse Pubblico (Società o holding di gruppo quotate in borsa), banche, assicurazioni e imprese di riassicurazione che hanno un numero di dipendenti superiore a 500 e uno dei seguenti requisiti:
- 20 milioni di euro come totale attivo dello stato patrimoniale
- 40 milioni di euro come totale dei ricavi netti delle vendite e delle prestazioni
- Società madri di gruppi di grandi dimensioni aventi la qualifica di Enti di Interesse Pubblico, che hanno superato gli stessi limiti dimensionali previsti per gli EIP.
DICHIARAZIONE NON FINANZIARIA E GRI STANDAR
Le informazioni fornite nella Dichiarazione Non Finanziaria vertono sul modello aziendale e sugli indicatori di performance che mettono in luce le politiche predisposte dall’azienda in materia ambientale, sociale e di governance.
La possibilità di accedere a finanziamenti agevolati e di attrarre investimenti fa sì che anche aziende non obbligate alla rendicontazione non finanziaria si stiano adeguando a fornire dati relativi al loro impegno in termini di sostenibilità aziendale, attraverso i cosiddetti Bilanci di sostenibilità, forniti su base volontaria.
Nel preparare la dichiarazione non finanziaria, le imprese possono basarsi su criteri standard nazionali o internazionali. Gli indicatori di performance più utilizzati sono gli standard formulati dalla Global Reporting Initiative (GRI), un ente internazionale senza scopo di lucro istituito proprio per definire gli standard di rendicontazione della performance di qualunque organizzazione.
RENDICONTAZIONE NON FINANZIARIA ANCHE PER LE PMI
Se questo è lo stato dell’arte, il futuro vedrà ancora più imprese impegnate con i report di sostenibilità. La proposta di Direttiva europea della Commissione UE "Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD)" del 2021 punta, infatti, a un ampliamento del numero di aziende che dovranno obbligatoriamente presentare la Dichiarazione Non Finanziaria e a rivedere gli standard di rendicontazione.
La proposta della Commissione Europea prevede di estendere l’obbligo di DNF a tutte le imprese di grandi dimensioni e alle PMI quotate, ad eccezione delle microimprese.
Gli Stati Membri dovranno recepire le nuove regole di rendicontazione non finanziaria entro il 1° dicembre 2022, con le disposizioni in vigore dal 1° gennaio 2023 e i primi report da parte delle grandi imprese pubblicati con i nuovi standard a partire dal 2024 (riferiti all’esercizio 2023). Per le PMI, però, l’obbligo di redigere l’informativa entrerebbe in vigore a partire dal 1° gennaio 2026, con pubblicazione dei primi report dal 2027.
IN AUMENTO IL NUMERO DI SOCIETÀ CHE REDIGONO LA DNF
Anche senza questo accorgimento normativo, la prassi di produrre la rendicontazione di sostenibilità da parte delle aziende italiane è già in aumento tra le PMI. In base ai dati della Consob, infatti, nel 2021 sono state 210 le società ad aver pubblicato la Dichiarazione Non Finanziaria, 6 in più rispetto al 2020, ed è aumentato (+16) anche il numero di aziende non obbligate ad aver deciso di pubblicare una DNF volontaria, allo stesso tempo crescono le società che redigono volontariamente report di sostenibilità.
Un segnale questo che evidenzia come l’attenzione delle aziende su questa tematica stia aumentando. Proteggere il Pianeta è diventata una priorità per tutti, anche per il sistema produttivo. Una nuova cultura aziendale si sta sviluppando e con i giusti sostegni da parte delle istituzioni questo nuovo modo di fare impresa non potrà che essere sempre più radicato e diffuso, a tutto vantaggio dell’ambiente e della società.
Luca Greco, Sales Innovation Director CRIBIS.
L'AUTORE
Luca Greco
Sales Innovation Director CRIBIS
Dopo un’esperienza ventennale nel B2B sales, nella quale ha ottenuto importanti risultati accrescendo il valore di alcuni clienti strategici attraverso l’implementazione di progetti complessi in ambito credit management, supply chain e sales acceleration, ha avviato un nuovo percorso professionale assumendo il ruolo di Sales Innovation Director. Nel nuovo ruolo coordina un Team multitasking che si occupa di supportare e formare le reti di vendita, di garantire lo sviluppo di alcuni mercati verticali e di assistere i clienti nell’adoption dei servizi per aumentare il loro grado di consapevolezza e di soddisfazione. Appassionato lettore di saggi di storia, geopolitica e romanzi declina questa passione nei viaggi in luoghi con grande impatto naturalistico e/o ricchi di contenuti storici.
Sales Innovation Director CRIBIS
Dopo un’esperienza ventennale nel B2B sales, nella quale ha ottenuto importanti risultati accrescendo il valore di alcuni clienti strategici attraverso l’implementazione di progetti complessi in ambito credit management, supply chain e sales acceleration, ha avviato un nuovo percorso professionale assumendo il ruolo di Sales Innovation Director. Nel nuovo ruolo coordina un Team multitasking che si occupa di supportare e formare le reti di vendita, di garantire lo sviluppo di alcuni mercati verticali e di assistere i clienti nell’adoption dei servizi per aumentare il loro grado di consapevolezza e di soddisfazione. Appassionato lettore di saggi di storia, geopolitica e romanzi declina questa passione nei viaggi in luoghi con grande impatto naturalistico e/o ricchi di contenuti storici.
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