Internazionalizzazione

Come si posiziona il Made in Italy sul mercato globale?

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Scopri come il Made in Italy si afferma nel mercato internazionale. Il Rapporto Innovazione Italia 2024 svela le tendenze e i successi delle esportazioni.

Buono, bello e ben fatto, ma il Made in Italy è ancora attrattivo all’estero? Secondo il Rapporto Innovazione Italia 2024, realizzato dal Centro Studi Confindustria, Assoconsult e Gruppo Sole 24Ore, la risposta è sì.

Il report evidenzia infatti come negli ultimi anni l'Italia abbia dimostrato una notevole capacità di mantenere le proprie quote di mercato nell'export, nonostante un periodo decisamente travagliato e instabile.

 

Italia al quarto posto a livello globale per valore dell’export

Grazie alla qualità dei prodotti Made in Italy, l’Italia, in base alle stime dell’export dei primi sei mesi 2024, ha conquistato il quarto posto a livello mondiale per valore delle esportazioni, superando il Giappone e posizionandosi subito dopo Cina, Stati Uniti e Germania.  

E secondo il Rapporto Innovazione Italia 2024, il nostro Paese si posiziona al quarto posto anche per numero di mercati in cui esporta, raggiungendo il 40,3% dei mercati potenziali, preceduta solo da Germania (45,5%), Stati Uniti (47,7%) e Cina (68%).

Dall’analisi contenuta nel report che mette in evidenza l’andamento delle esportazioni da inizio 2000 in poi, si evince che, mentre nel decennio 2002-2012 l’export italiano ha perso quote di mercato in molti comparti produttivi, soprattutto a causa dell’ascesa della Cina, nel decennio 2012-2022, questa tendenza viene nettamente invertita.

Fra i comparti capaci di conquistare quote di mercato significative, si segnalano:

- Ceramica (con una quota di mercato nel 2022 del 9,7%);

- Beverage (9%);

- Nautica (la cui quota di mercato è passata dal 2,4% del 2012 al 7,6% del 2022).

 

La qualità del Made in Italy spinge le esportazioni

In report ha anche indagato l’interessedella domanda alla qualità dei prodotti e i settori del Made in Italy che più sono interessati da questa tendenza. Ne è emerso che l’aumento della propensione all’acquisto di prodotti di qualità è generalizzato e coinvolge quasi tutti i comparti.

Ciò è vero in particolare per i settori in cui tradizionalmente il Made in Italy èriconosciuto universalmente come sinonimo di qualità, gusto, design e ricercatezza, in particolare Food & Beverage  e Tessile-Abbigliamento.

Non sorprende dunque che l’export di qualità riguardi principalmente  i prodotti alimentari (trainato dall’alto gradimento del vino italiano nel mondo), ma anche ai comparti: chimica e farmaceutica, legno e arredamento, apparecchi ottici e di precisione.

 

Innovazione e brevetti: quanto è competitiva l’Italia?

Abbiamo visto che i prodotti italiani sono sinonimo nel mondo di qualità ed estetica, ma come si posiziona l’Italia a livello mondiale per capacità di innovare?

Il rapporto cerca di rispondere a queste domande partendo dal presupposto che la capacità innovativa di un Paese può essere valutata considerando il numero totale di brevetti registrati in un dato periodo, rispetto al totale dei brevetti registrati nello stesso periodo a livello globale.

Ed è interessante notare come la capacità innovativa è cambiata nel tempo. In base all’analisi svolta nel report, se a inizio anni 2000 le economie occidentali (soprattutto Stati Uniti e Germania) erano i principali hub di innovazione con un gran numero di brevetti depositati, nell’ultimo decennio sono state superate da quelle asiatiche, dove la quota di brevetti registrati, in particolare in Corea del Sud, Giappone e Cina, è aumentata in modo repentino, tanto che nel 2021 c’è stato il sorpasso della Corea del Sud sugli Stati Uniti per quota di brevetti registrati.

In questo contesto, l’Italia al 2021 si posiziona al tredicesimo posto. Una performance modesta, dovuta alle dimensioni medio piccole del tessuto imprenditoriale e ai limitati investimenti, almeno fino al periodo considerato, in innovazione e nuove tecnologie.

Un altro importante parametro della capacità innovativa di un Paese è dato dal numero di citazioni totali dei brevetti registrati da una certa nazione perché un maggior numero di citazioni è riconducibile a una capacità innovativa in grado di sviluppare tecnologie più radicali e potenzialmente impattanti.

Considerando questo parametro, nelle annate 2002 e 2021, secondo il report del Centro Studi Confindustria-Assoconsult, gli Stati Uniti sono al primo posto per citazioni in entrambi gli anni considerati, seguiti a notevole distanza da Giappone, Corea del Sud e Cina. L’Europa arranca, con Germania e Francia che registrano le migliori performance, mentre l’Italia si posiziona molto indietro anche rispetto ai principali partner europei.

Nonostante la bassa quota italiana di brevetti e citazioni, è interessante notare come la capacità innovativa italiana si concentri in particolare in settori ad alto contenuto tecnologico come gli autoveicoli, la chimica e farmaceutica, gli apparecchi ottici, le apparecchiature elettroniche e i macchinari. Questi settori contano insieme per più del 50% dei brevetti totali prodotti dal nostro Paese.

Ma perché è importante andare ad analizzare la capacità di produrre brevetti? La risposta è semplice: esiste un legame stretto fra esportazioni e innovazione. L’innovazione è, infatti, un fattore determinante per le esportazioni, soprattutto nei comparti più ad alto contenuto tecnologico.

 

Innovare per esportare di più

Alla luce dell’analisi e dei dati del Rapporto Innovazione Italia 2024, è evidente come l’innovazione sia un elemento chiave, se non una vera e propria necessità. per aumentare le esportazioni perché consente alle imprese di migliorare la loro competitività sui mercati internazionali.  

Un’impresa che innova può affrontare con successo la concorrenza globale, soddisfare le esigenze dei consumatori internazionali e garantire una crescita sostenibile nel lungo periodo.

L’analisi sopra riportata conferma che l'Italia ha oggi un livello di innovazione non ottimale rispetto ai principali competitor internazionali. Per rimanere rilevanti nel contesto globale occorrerà sempre più migliorare questo aspetto.

Fortunatamente le istituzioni stanno facendo la loro parte attraverso investimenti in ricerca e sviluppo e bandi di finanza agevolata che aiutano le imprese a rinnovarsi.

La nostra speranza è che il Made in Italy possa distinguersi anche per capacità innovativa.

 

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Mauro Cortesi
L'AUTORE
Mauro Cortesi

Top Customer Consulting Manager, CRIBIS

Responsabile del team di consulenza dedicato al mercato Corporate, ha consolidato un’ampia esperienze nel settore della business information con un approccio consulenziale volto all’analisi e alla valorizzazione dei dati all’interno dei processi aziendali. Coordina team che supportano le aziende nell’ottimizzazione della gestione del credito, procurement, marketing e ESG, favorendo l’integrazione tra sistemi informativi aziendali per migliorare l’efficienza operativa. Grazie ad un approccio orientato all’innovazione, aiuta le organizzazioni a trasformare le informazioni in strumenti decisionali efficaci, ottimizzando i processi e le strategie di gestione dei rischi con l’obiettivo di trasformare i dati in un vantaggio competitivo.

Top Customer Consulting Manager, CRIBIS

Responsabile del team di consulenza dedicato al mercato Corporate, ha consolidato un’ampia esperienze nel settore della business information con un approccio consulenziale volto all’analisi e alla valorizzazione dei dati all’interno dei processi aziendali. Coordina team che supportano le aziende nell’ottimizzazione della gestione del credito, procurement, marketing e ESG, favorendo l’integrazione tra sistemi informativi aziendali per migliorare l’efficienza operativa. Grazie ad un approccio orientato all’innovazione, aiuta le organizzazioni a trasformare le informazioni in strumenti decisionali efficaci, ottimizzando i processi e le strategie di gestione dei rischi con l’obiettivo di trasformare i dati in un vantaggio competitivo.

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