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Food & Beverage: prelibatezze italiane sulla tavola delle feste nonostante i rincari. Andamento e analisi del settore nel 2024
Analisi del settore Food & Beverage: dati su fatturato, consumi e pagamenti. Scopri trend e sfide del comparto alimentare italiano. Leggi il report.
Il periodo delle feste è generalmente il momento dell’anno in cui c’è una maggiore attenzione verso cibo e vino. Come arriva il settore food & beverage a questo importante appuntamento?
Cominciamo la nostra analisi con il dire che in base ai dati presentati agli Stati Generali del Mercato Food & Beverage in Italia, organizzato da Italgrob (Federazione Italiana Distributori Horeca associata Confindustria), nei primi 9 mesi del 2024 i consumi food & beverage hanno mostrato un andamento incerto nel comparto “fuori casa” (+2,4% nei Distributori, -6,9% nei Cash&Carry) e una compressione nel consumo domestico (-0,8% in Distribuzione Moderna).
Quanto alle abitudini dei consumatori, cresce la colazione fuori casa, stabili pranzi e cene, buone le performance per il take-away, per pizzerie e ristorazione oltre i 35 euro di scontrino medio, mentre i bar risultano il canale più in difficoltà.
Con l’avvicinarsi delle festività, le aspettative sono di un rilancio dei consumi alimentari, nonostante l’inflazione e i rincari andranno a pesare sulle scelte di acquisto degli italiani e sui loro portafogli. Secondo Confcommercio i consumi del periodo sono in ripresa e attorno ai livelli di Pre Covid-19, anche grazie ai regali, spesso scelti fra le prelibatezze del Paese. Tra i doni F&B più gettonati ci sono, infatti, gli intramontabili panettone e pandoro, seguiti dai cesti natalizi con al loro interno diversi prodotti della tradizione italiana.
Anche secondo le stime di Codacons non sarà un Natale all’insegna dell’austerità e il giro d’affari della festività è atteso in crescita. Per il cenone della Vigilia e il pranzo di Natale le previsioni di spesa sono di oltre 3 miliardi, anche se sulle tavole degli italiani si farà sentire il caro-prezzi con il comparto alimentare che registra listini in crescita in media del +3,2% rispetto allo scorso anno, con picchi di oltre l’11% per olio d’oliva, verdura, cacao, mentre il burro arriverà a costare il 20% in più, +8,4% il cioccolato, +13,1% il caffè.
Il fatturato del Food & Beverage continua a crescere dopo il Covid
Alla luce di queste premesse, quali sono le caratteristiche del settore food & beverage italiano e quali i trend su fatturato e dipendenti degli ultimi anni? Attraverso l’elaborazione dei dati di Margò, la piattaforma di business information di CRIBIS, siamo in grado di fornirvi l’identikit del comparto.
Le circa 725 mila aziende rilevate nel dicembre 2024 sono così ripartite fra le diverse categorie:
- Commercio all’ingrosso di bevande (0,8%)
- Commercio all’ingrosso di alimenti (1,3%)
- GD/DO (13,1%)
- Commercio al dettaglio di alimenti e bevande (21,6%)
- Horeca (63,2%)
Sul podio delle regioni che ospitano il maggior numero di aziende F&B ci sono:
- Lombardia (12,5%)
- Campania (11,9%)
- Lazio (11%)
La forma giuridica più diffusa è l’Impresa individuale (45,8%), seguita da Società di capitali (30,9%) e Società di persone (22,8%).
Dal difficile periodo del Covid19 il settore è riuscito a riprendersi registrando numeri in crescita in termini sia di forza lavoro sia di fatturato.
Gli addetti che lavorano nel comparto sono aumentati costantemente negli ultimi anni, confermando il trend positivo già riscontrato nel 2023:
- 1.150.159 nel 2021
- 1.233.287 nel 2022
- 1.362.159 nel 2023
In aumento anche il fatturato:
- 178.591.246.277,00 € nel 2020
- 210.575.797.723,00 € nel 2021
- 254.343.685.664,00 € nel 2022
Puntualità nei pagamenti sotto la media nazionale
Nonostante i numeri in crescita del post Covid, il settore F&B non presenta performance particolarmente brillanti dal punto di vista della puntualità nei pagamenti.
Nel Q3 2024, se in Italia la percentuale di pagamenti puntuali è del 44,3% mentre i ritardi gravi (oltre i 90 gg) sono il 4%, l’affidabilità scende drasticamente nel comparto F&B, con evidenti differenze da segmento a segmento:
- Commercio all’ingrosso di bevande puntualità 27,2%, ritardi oltre i 90 gg 7,8%;
- Commercio all’ingrosso di alimenti puntualità 31,9%, ritardi oltre i 90 gg 5%;
- GDO puntualità 23,1%, ritardi oltre i 90 gg 4,6%;
- Commercio al dettaglio di alimenti e bevande puntualità 29,6%, ritardi oltre i 90 gg 4,4%;
- Horeca puntualità 26,7%, ritardi oltre i 90 gg 6,3%;
- Hotel puntualità 37,6%, ritardi oltre i 90 gg 2,7%;
- Ristoranti e servizi di catering puntualità 25,4%, ritardi oltre i 90 gg 7,4%;
- Bar birrerie e paninoteche puntualità 23,8%, ritardi oltre i 90 gg 6,4%.
In tutte le categorie il Nord Est è la zona geografica con il maggior numero di pagamenti a scadenza e i minori ritardi gravi, mentre l’area Sud e Isole presenta in tutti i casi la minore percentuale di puntualità e una più alta incidenza di gradi ritardi.
Quanto al tempo medio di pagamento, se in Italia si attesta a 67 giorni, nel F&B è più basso e varia molto da segmento a segmento:
- Commercio all’ingrosso di bevande 35 gg;
- Commercio all’ingrosso di alimenti 53 gg;
- GD/DO 65 gg;
- Commercio al dettaglio di alimenti e bevande 50 gg;
- Horeca 48 gg.
Food & Beverage: il futuro è green
Il settore Food & Beverage è uno dei pilastri dell'economia italiana e rappresenta uno dei comparti più dinamici e internazionalmente riconosciuti del Paese.
Oggi si trova a dover fare in conti con una crescita economica contenuta. A questo si aggiunge che alcuni Paesi notoriamente importatori di prodotti made in Italy sono in difficoltà, si pensi per esempio alla Germania.
Al tempo stesso il è alle prese con il cambiamento delle preferenze dei consumatori e con nuovi trend in crescita, fra cui l’attenzione verso pratiche agricole sostenibili, packaging ecologico, filiere corte per ridurre l'impatto ambientale, prodotti plant-based (a base vegetale) e "free-from" (senza glutine, senza lattosio) che vanno a soddisfare un’ampia fetta di consumatori attenta alla salute e all’ambiente.
La trasformazione digitale sta avendo un importante impatto sul comparto. L'e-commerce e i servizi di food delivery hanno registrato una forte crescita.
Non mancano le criticità da superare, come una maggiore concorrenza nazionale e internazionale, l’aumento dei costi di produzione, energia e trasporti che sta comprimendo i margini delle aziende e il costante adattamento alle normative europee e nazionali, in continua evoluzione su temi come l’etichettatura e la sostenibilità.
E sarà proprio “sostenibilità” il fattore-chiave per le aziende del settore che vorranno continuare a crescere. Del resto, il percorso è tracciato: il futuro è green, anche a tavola.
Scopri le opportunità nel tuo settore analizzando il potenziale di mercato con Margò
L'AUTORE
Niccolò Zuffetti
Marketing Manager, Cribis
Marketing Manager di CRIBIS, sin dall’inizio della carriera professionale si è dedicato al coordinamento di progetti di supporto decisionale per la valutazione del merito creditizio, gestione della clientela e ampliamento del business per grandi aziende italiane e per il mercato B2B. Oggi coordina le attività di Marketing e Telemarketing.
Marketing Manager, Cribis
Marketing Manager di CRIBIS, sin dall’inizio della carriera professionale si è dedicato al coordinamento di progetti di supporto decisionale per la valutazione del merito creditizio, gestione della clientela e ampliamento del business per grandi aziende italiane e per il mercato B2B. Oggi coordina le attività di Marketing e Telemarketing.
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