Sostenibilità
GRI Standard e rivoluzione ESG: nuovi parametri per rendicontare la sostenibilità
Il Global Reporting Initiative (GRI) fornisce standard internazionali univoci per misurare la compliance ESG delle aziende. Scopri cosa sono e come si applicano
Gli standard definiti dal Global Reporting Initiative (GRI) costituiscono un riferimento per le organizzazioni di tutto il mondo e sono utilizzati per misurare e comunicare, con il massimo livello di trasparenza, le performance in termini di sostenibilità. Tale framework prende in considerazioni aspetti in ambito ambientale, economico e sociale.
Se ne sente parlare sempre più spesso: la sostenibilità è al centro dei processi di cambiamento, per molti già in atto. Eppure, non si tratta di un termine nuovo, ma di un concetto di cui si parlava già negli anni ’80, quando venne adottato per la prima volta in Svezia nel rapporto “Our Common Future” pubblicato nel 1987 dalla Commissione mondiale per l’ambiente e lo sviluppo, all’interno del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente.
Da allora la sua importanza è esponenzialmente cresciuta a livello globale, dando vita a quella che, nei giorni nostri, sembra essere una vera e propria rivoluzione. La sostenibilità, infatti, sta a cuore ad un numero sempre crescente di soggetti: dalle istituzioni governative alle realtà produttive e finanziarie che operano all’interno dei mercati, sempre più orientati verso un processo di transizione sostenibile.
L’AGENDA 2030 PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE
Nel 2015 A New York i governi di 193 Paesi membri delle Nazioni Unite hanno sottoscritto un accordo per l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, un programma d’azione approvato dall’Assemblea Generale dell’ONU in cui si annoverano 17 macro-obiettivi per lo sviluppo sostenibile (Sustainable development goals – SDGs nell’acronimo inglese) a cui sono associati 169 traguardi che li sostanziano.
Il raggiungimento degli SDGs da parte dei Governi aderenti coinvolge inevitabilmente il tessuto produttivo dei vari Paesi. Ogni singola impresa è chiamata a generare un cambiamento positivo nell’economia globale, nel rispetto dei criteri ESG (Environmental, Social, Governance) che guidano le best practices nelle tre principali aree di cambiamento, tutte da tenere in eguale considerazione. Infatti, l’impatto che un’impresa ha sul pianeta non si misura soltanto dal punto di vista ambientale, ma richiede anche la valutazione degli aspetti sociali e di gestione delle risorse.
ESG: STANDARD DI VALUTAZIONE LUNGO TUTTA LA FILIERA
La definizione dei criteri ESG permette di ottenere dei rating di performance, elaborati attraverso adeguati processi di analisi che rispettano gli standard di valutazione internazionali. I rating ESG (o di sostenibilità) esprimono un giudizio sintetico volto a certificare l’impatto che le realtà produttive hanno dal punto di vista ambientale, sociale e di governance.
Per una valutazione trasparente sul grado di sostenibilità delle imprese (e non solo), l’attenzione deve ricadere su tutti i processi che si susseguono lungo le filiere produttive. Per questo motivo, un’azienda attenta alla sostenibilità ha bisogno di conoscere, attraverso una valutazione strutturata e standardizzata, come i propri fornitori si posizionano sulle tre aree ESG.
Valutare gli standard della sostenibilità è fondamentale e proprio per questo abbiamo sviluppato Synesgy, la piattaforma digitale per verificare il livello di principi ESG dei tuoi fornitori.
Nel miglioramento delle performance di sostenibilità è coinvolta l’intera supply chain, con processi che devono essere rendicontati attraverso gli stessi principi che definiscono il livello di sostenibilità di una singola impresa. Attraverso questo approccio, per le organizzazioni, siano esse di piccole o grandi dimensioni, è più facile essere trasparenti nei confronti di un mercato sempre più attento alle tematiche ESG.
GRI: UN APPROCCIO BASATO SU PARAMETRI CONDIVISI
Una corretta valutazione dei criteri ESG deve basarsi su standard internazionali univoci e ampiamente condivisi. È per questo motivo che la valutazione dei criteri poggia sulle solide basi degli indicatori forniti dal Global Reporting Initiative (GRI).
La GRI è un’organizzazione no profit internazionale, fondata a Boston nel 1997, che fornisce il framework di definizione per misurare e comunicare le performance economiche, sociali ed ambientali di aziende, istituzioni e soggetti di ogni genere, con l’obiettivo di tutela la nostra società e il nostro ecosistema.
Tra gli strumenti più importanti che la GRI ha messo a punto ci sono i GRI Standard, parametri di rendicontazione della sostenibilità che permettono ad aziende ed organizzazioni di valutare il loro impatto attraverso una misurazione uniforme delle performance. I dati sono raccolti in un formato facilmente comprensibile alla collettività e resi pubblici.
In tutto il mondo, i GRI Standard sono un punto di riferimento solido per le aziende che hanno a cuore la sostenibilità. L’obiettivo primario dei GRI Standard è quello di promuovere la trasparenza sui rischi e sulle opportunità che derivano dal ventaglio di attività dei soggetti presenti sul mercato.
GRI STANDARD: TIPOLOGIE
L’ultima versione dei GRI Standard risale all’ottobre 2016 ed è frutto di un processo di aggiornamento delle vecchie linee guida (G4 Sustainability Reporting Guidelines del 2013) entrate poi in vigore a partire da Luglio 2018. Rispetto al passato, i nuovi standard hanno una struttura modulare che permette l’interconnessione tra le varie aree senza però creare un’interdipendenza che ne renderebbe difficile il singolo aggiornamento. Inoltre, è stata rinnovata parte della terminologia, semplificando e rendendo gli standard più diretti, a beneficio di una rendicontazione ancora più trasparente.
Gli standard GRI sono divisi in quattro serie: una serie è composta dagli standard universali e le altre tre serie da standard specifici (Topic-specific Standard) che coprono le seguenti dimensioni della sostenibilità:
- Economia (GRI 200)
- Ambiente (GRI 300)
- Sociale (GRI 400)
Questi parametri permettono di strutturare un’analisi che raccoglie dati sull’impatto e sulla responsabilità diretta dei soggetti, consentendo la ricerca proattiva di pratiche non sostenibili, legate oggi a rischi molto concreti che, se individuati, possono essere gestiti e affrontati adeguatamente e persino trasformati in opportunità.
COME UTILIZZARE I GRI STANDARD PER LA RENDICONTAZIONE
Gli Standard GRI hanno lo scopo di aiutare sia il settore pubblico che privato a comprendere l’impatto che qualsiasi attività ha sulla sostenibilità. Uno degli usi più interessanti per le organizzazioni è sicuramente quello per la rendicontazione, ovvero l’impresa che vuole rendicontare i propri impatti economici, ambientali e sociali. La rendicontazione può essere svolta da qualsiasi impresa, ma diventa obbligatoria per le grandi società quotate, le banche/assicurazioni – quotate e non – con almeno 500 lavoratori.
Le stesse similitudini si trovano nel bilancio di sostenibilità, documento per gli stakeholders che comunica gli impegni e i risultati presi nell’ambito della Responsabilità d’Impresa. Simile alla rendicontazione, in pratica il report deve illustrare la performance dell’organizzazione con riferimento al più ampio tema della sostenibilità.
Le imprese sono chiamate a modificare le vecchie abitudini non sostenibili: analizzando gli sprechi si possono ridurre i costi, ottenendo un conseguente aumento di efficienza dei processi lungo tutta la supply chain. L’obiettivo è ambizioso ma più che mai necessario: spingere verso un cambiamento positivo globale determinando un impatto concreto sul benessere sociale e ambientale.
L'AUTORE
Luca Greco
Sales Innovation Director, CRIBIS
Dopo un’esperienza ventennale nel B2B sales, nella quale ha ottenuto importanti risultati accrescendo il valore di alcuni clienti strategici attraverso l’implementazione di progetti complessi in ambito credit management, supply chain e sales acceleration, ha avviato un nuovo percorso professionale assumendo il ruolo di Sales Innovation Director. Nel nuovo ruolo coordina un Team multitasking che si occupa di supportare e formare le reti di vendita, di garantire lo sviluppo di alcuni mercati verticali e di assistere i clienti nell’adoption dei servizi per aumentare il loro grado di consapevolezza e di soddisfazione. Appassionato lettore di saggi di storia, geopolitica e romanzi declina questa passione nei viaggi in luoghi con grande impatto naturalistico e/o ricchi di contenuti storici.
Sales Innovation Director, CRIBIS
Dopo un’esperienza ventennale nel B2B sales, nella quale ha ottenuto importanti risultati accrescendo il valore di alcuni clienti strategici attraverso l’implementazione di progetti complessi in ambito credit management, supply chain e sales acceleration, ha avviato un nuovo percorso professionale assumendo il ruolo di Sales Innovation Director. Nel nuovo ruolo coordina un Team multitasking che si occupa di supportare e formare le reti di vendita, di garantire lo sviluppo di alcuni mercati verticali e di assistere i clienti nell’adoption dei servizi per aumentare il loro grado di consapevolezza e di soddisfazione. Appassionato lettore di saggi di storia, geopolitica e romanzi declina questa passione nei viaggi in luoghi con grande impatto naturalistico e/o ricchi di contenuti storici.
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