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TV, abbonamenti e streaming: l’andamento e le ultime tendenze dell’industria televisiva italiana

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Un’analisi dell’andamento dell’industria televisiva italiana, con focus su tv, piattaforme a pagamento e streaming. Scopri tutti i dati sul settore!

In Italia nel 2023 il 68% degli adulti italiani ha avuto accesso a uno dei principali servizi video a pagamento. Dopo il boom del periodo pandemico, però, si è registrato un leggero calo degli accessi alle piattaforme di streaming in abbonamento. Rispetto al 2022, infatti, l’utilizzo dei principali servizi video a pagamento da parte dei consumatori italiani ha visto una contrazione del -3%.

Non solo, i nuovi sottoscrittori dei servizi a pagamento sono scesi dal 21% nel 2021 al 16% nel 2023.

 

Analisi dell’industria televisiva italiana: i dati di Deloitte

Quelli riportati sono solo alcuni dei dati più significativi emersi nel recente report “Digital Consumer Trends Survey 2023di Deloitte, con focus su televisione tradizionale, smart e servizi streaming video in Italia.

Un segnale di crisi? Non proprio, si tratta di una fisiologica stabilizzazione dopo anni di forte crescita. A questo si unisce un altro tema importante: i costi. Attanagliati da rincari e inflazione, oggi gli italiani sono disposti a spendere con maggiore cautela.

Non sorprende quindi che in base all’indagine di Deloitte, un consumatore italiano su quattro condivida il costo degli abbonamenti alle principali piattaforme di streaming con qualcun altro. Nel dettaglio, in Italia:

  • il 29% degli account sulle tre principali piattaforme di streaming è condiviso;
  • il 25% di chi ha accesso a questi servizi condivide il costo con qualcun altro;
  • il 14% non paga per l’accesso.

 

Del resto, sono le fasce più giovani, dotate in genere di una limitata solidità economica, ad accedere ai servizi video in abbonamento. L’89% degli utenti hanno infatti tra i 18 e i 24 anni mentre il 49% ne ha tra i 65 e i 75.

E con lo stop alla condivisione degli account cosa accadrà? Solo il 22% di chi accede alle piattaforme on demand si dice disposto a prendere in considerazione la sottoscrizione di un secondo account a prezzo pieno, mentre il 44% esclude totalmente questa opzione. Una buona fetta degli utenti (40%) valuterebbe invece formule che lascino invariato il costo dell’abbonamento accettando in cambio l’introduzione di contenuti pubblicitari durante la fruizione.

Che dei prodotti TV e home video ormai non si possa più fare a meno e siano sempre molto amati emerge anche dal fatto che le smart TV sono in costante crescita (+24%) negli ultimi 5 anni, con il 71% degli adulti italiani che dichiara di possederne una o averne accesso (+2% rispetto al 2022).

 

 

Fatturato in crescita per l’industria televisiva italiana

La pubblicazione del report di Deloitte è l’occasione per andare ad analizzare, attraverso Margò di CRIBIS, l’andamento dell’industria televisiva in Italia, prendendo in esame le attività di produzione e distribuzione cinematografica, video e programmi televisivi, programmazione e trasmissioni TV.

Comparto estremamente concentrato geograficamente, nel Lazio (29,7%) si trova il maggior numero di aziende del settore, seguito dalla Lombardia (17,3%) e dalla Campania (7,3%). Le altre regioni italiane sono invece abbondantemente sotto il 7%.

Operano in questo segmento soprattutto Società di capitali (63,8%), mentre le Imprese individuali (27,6%) e le Società di persone (6,2%) sono in netta minoranza.

A prova che non ci si trova di fronte a un settore in crisi, il fatturato è in costante crescita negli ultimi anni:

  • 287.950.430 euro nel 2020
  • 923.817.326 euro nel 2021
  • 631.874.717 euro nel 2022

 

Il numero degli addetti che lavorano nel comparto supera abbondantemente i 60 mila dipendenti pur con differenze, anche importati, fra un anno e l’altro:

  • 132 nel 2021
  • 499 nel 2022
  • 396 nel 2023

 

 

Innovare il settore televisivo per conquistare le nuove generazioni

Con uno score di internazionalizzazione, di digitalizzazione e di innovazione alto o medio-alto solo nel caso delle realtà più grandi e strutturate, il settore televisivo italiano si trova oggi a dover fare i conti con generazioni di utenti giovani e abituate ad avere a disposizione un’ampia offerta video.

La sfida del comparto sarà proprio quella di conquistare i giovani, la cui attenzione, dal momento che sono cresciuti nell’era dei video on demand e sui social, non è facile da catturare.

A fare la differenza saranno sempre più le modalità di interazione e fruizione dei contenuti. Per non parlare poi del fatto che anche i dispositivi attraverso cui si guardano prodotti TV e video sono cambiati.

Non soltanto il mondo dei dispositivi è in trasformazione, ma anche le abitudini degli utenti che passano con maggiore disinvoltura da un canale all’altro, da un programma all’altro, dalla TV ai social, da una piattaforma a pagamento all’altra.

La fidelizzazione sarà sempre più un tema cruciale. Vincerà la sfida chi riuscirà a interpretare meglio le esigenze dei fruitori, con la complessità di avere a che fare con generazioni profondamente diverse.

 

Niccolò Zuffetti Def
L'AUTORE
Niccolò Zuffetti

Marketing Manager, Cribis

Marketing Manager di CRIBIS, sin dall’inizio della carriera professionale si è dedicato al coordinamento di progetti di supporto decisionale per la valutazione del merito creditizio, gestione della clientela e ampliamento del business per grandi aziende italiane e per il mercato B2B. Oggi coordina le attività di Marketing e Telemarketing.

Marketing Manager, Cribis

Marketing Manager di CRIBIS, sin dall’inizio della carriera professionale si è dedicato al coordinamento di progetti di supporto decisionale per la valutazione del merito creditizio, gestione della clientela e ampliamento del business per grandi aziende italiane e per il mercato B2B. Oggi coordina le attività di Marketing e Telemarketing.

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