Internazionalizzazione, Gestione Crediti Commerciali

Internazionalizzazione e pagamenti: l'espansione estera accresce la puntualità

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Internazionalizzare comporta numerosi vantaggi per le imprese, fra questi il miglioramento delle performance di pagamento. Un focus sulle aziende italiane.

Con la guerra russo-ucraina in corso che mette in luce come le economie dei Paesi siano tutte interconnesse, parlare di internazionalizzazione diventa un tema di grande attualità. Operare al di fuori dei propri confini fa diminuire o aumentare i rischi? In momenti delicati come questo verrebbe da propendere per la seconda opzione. In realtà, però, espandere il proprio business all’estero attraverso strategie di internazionalizzazione è un’importante leva di sviluppo e permette di diversificare il rischio aziendale a tutto vantaggio della crescita e della possibilità di essere puntuali nei pagamenti. Certo la via dell’internazionalizzazione va intrapresa dopo un’attenta analisi del mercato estero e attuando una strategia mirata.

Internazionalizzazione delle imprese: UE mercato principale delle esportazioni italiane

Non veniamo da anni facili: secondo i dati Istat, nel 2020, per effetto della crisi connessa alla pandemia, il commercio mondiale di beni ha subito una contrazione del 7,5% rispetto al 2019. In particolare, l’Italia ha registrato una diminuzione elevata del valore in euro delle merci esportate (-9,7%) che si accompagna a un calo ancora più grande di quelle importate (-12,8%), con una quota di mercato dell’Italia sulle esportazioni mondiali di merci che è stata del 2,85%, in lieve calo rispetto al 2019 (2,87%).

I tre principali mercati di sbocco delle esportazioni italiane sono:

  1. L’Unione Europea (51,1%), con Germania e Francia come partner di punta;
  2. I Paesi europei non UE (16,4%)
  3. L’America Settentrionale (10,8%)

Le esportazioni italiane provengono per il 70,6% dalle regioni del Nord, per il 18,5% da quelle del Centro e per il 9,9% dal Mezzogiorno. Altro dato che è utile per capire il grado di internazionalizzazione delle imprese italiane è che nel 2018, sempre da elaborazioni Istat, le aziende a controllo nazionale residenti all’estero erano 23.778, per un fatturato di 546 miliardi di euro e 1,8 milioni di addetti.

Il livello di internazionalizzazione delle imprese italiane

Secondo l’analisi effettuata attraverso la piattaforma Margò, meno del 5% delle imprese italiane dimostra un’elevata propensione all’internazionalizzazione. Di queste, il 74% sono situate al Nord (di cui il 43,1% nel Nord-Ovest). Nell’80% dei casi sono società di capitale e operano principalmente in questi sei microsettori:

  • Industria manufatti in metallo
  • Commercio ingrosso beni durevoli
  • Attrezzature elettriche ed elettroniche
  • Industrie tessili e della pelle
  • Industria macchinari industriali e computer
  • Industrie alimentari

L’internazionalizzazione migliora le performance di pagamento

Il 21,4% delle aziende con alta propensione all’internazionalizzazione presenta ricavi in crescita negli ultimi tre anni e più di un’azienda su cinque è cresciuta per tre anni di seguito. L’82,8% di queste imprese era infatti in utile nel 2018, 81,8% in utile nel 2019 e 72,8% in utile nel 2020. A prova che anche in un anno difficile le aziende internazionalizzate sono cresciute.

Dai dati emerge inoltre che vi è una correlazione positiva tra l’internazionalizzazione delle imprese e la loro puntualità nei pagamenti. La diversificazione del rischio aziendale fa infatti sì che il 31,8% di queste imprese abbiano una rischiosità bassa, quando la media italiana di aziende a basso rischio è di 9,3%. A tutto vantaggio di una buona gestione finanziaria, che permette alle aziende internazionalizzate di essere puntuali nei pagamenti nel 42,6% dei casi (contro una media italiana di 38,5%), mentre solo il 5,2% effettua pagamenti oltre 30 giorni dalla scadenza (la media nazionale dei ritardi gravi è 11%).

Quali fattori considerare per l’internazionalizzazione

Questi dati sono indicativi di come internazionalizzarsi possa essere un’opportunità per le aziende italiane. Questa evidenza non deve però far pensare che allargare i propri confini sia semplice. Internazionalizzare comporta una serie di vantaggi per l’azienda che decide di espandersi all’estero, ma è necessario procedere con cautela. In questo senso, i tre aspetti fondamentali da considerare per la riuscita della strategia di internazionalizzazione sono:

  1. Una dettagliata analisi di mercato;
  2. La preparazione di un business plan scrupoloso;
  3. La scelta dei giusti partner a cui affidarsi.
Niccolò Zuffetti Def
L'AUTORE
Niccolò Zuffetti

Marketing Manager CRIBIS

Marketing Manager di CRIBIS, sin dall’inizio della carriera professionale si è dedicato al coordinamento di progetti di supporto decisionale per la valutazione del merito creditizio, gestione della clientela e ampliamento del business per grandi aziende italiane e per il mercato B2B. Oggi coordina le attività di Marketing e Telemarketing.

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Marketing Manager di CRIBIS, sin dall’inizio della carriera professionale si è dedicato al coordinamento di progetti di supporto decisionale per la valutazione del merito creditizio, gestione della clientela e ampliamento del business per grandi aziende italiane e per il mercato B2B. Oggi coordina le attività di Marketing e Telemarketing.

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