Supply Chain Compliance
Interruzione della supply chain: possibili cause e soluzioni
Scopri le cause delle interruzioni della supply chain e le strategie per garantire la continuità operativa.
Una supply chain flessibile e resiliente è fondamentale per preservare l’operatività aziendale. Integrando e coordinando tutti i passaggi che vanno dal reperimento delle materie prime alla consegna dei prodotti finiti al cliente finale, si creano valore sia per le realtà che fanno parte della catena di approvvigionamento sia per il consumatore. Per questo motivo trovare soluzioni per prevenire o gestire l’interruzione della supply chain è cruciale, ma come riuscirci?
Le cause dell’interruzione della supply chain
La supply chain coinvolge una moltitudine di soggetti, che partecipano a diverso titolo e in fasi differenti, come fornitori, produttori, magazzini, trasportatori, rivenditori e clienti.
L’obiettivo di ogni azienda gestire le risorse in modo efficiente, ottimizzare i costi e cercare di prevenire i rischi di fornitura. (inserire link a https://www.cribis.com/it/approfondimenti/rischi-supply-chain-quali-sono-come-affrontarli/)
Tra gli inconvenienti che possono verificarsi, le interruzioni della supply chain sono tra i più frequenti, in quanto possono derivare da molteplici fattori, legati alle organizzazioni che ne fanno parte, ma anche a fattori imprevedibili come le condizioni climatiche o geopolitiche. Passiamo in rassegna alcune delle cause principali.
• Fattori legati ai fornitori:
il fornitore può trovarsi ad affrontare imprevisti di vario tipo che potrebbero finire con il provocare dei ritardi nelle consegne. È possibile che il fornitore non riesca a soddisfare la domanda per problemi di risorse o capacità limitate o per difficoltà finanziarie, che potrebbero anche portarlo a dover fronteggiare procedure concorsuali e, nei casi più gravi, alla cessazione dell’attività. A tutto ciò si aggiungono anche possibili disaccordi contrattuali che possono causare a rotture dei rapporti commerciali.
• Fattori logistici:
ad esempio, problemi legati al trasporto (si pensi a incidenti, carenza di mezzi o di autisti), ma anche al blocco di rotte commerciali (chiusura di porti, aeroporti o strade) o alla errata gestione di inventari, magazzini e stoccaggio.
• Errori di pianificazione interni alle aziende:
problemi di coordinamento possono compromettere momentaneamente gli scambi lungo la supply chain.
• Fattori tecnologici e informatici:
come attacchi ransomware, violazioni di sistemi IT, guasti tecnologici, che possono bloccare le operazioni e i processi.
• Eventi geopolitici:
conflitti e guerre comportano instabilità politica, embargo economici, sanzioni commerciali e restrizioni che incidono pesantemente sugli approvvigionamenti.
• Fattori economici:
l’aumento dei costi delle materie prime e, più in generale, l’instabilità dei prezzi e l’inflazione, possono creare disagi nella fornitura finanche alla riduzione dei flussi.
• Eventi climatici e condizioni metereologiche estreme:
terremoti, uragani, inondazioni o incendi, siccità possono colpire fornitori, trasporti o infrastrutture e influenzare la disponibilità di risorse agricole, idriche o energetiche.
• Crisi sanitarie:
(si pensi al COVID-19) possono interrompere i flussi di merci, la disponibilità di manodopera, l’operatività e la capacità produttiva.
Conseguenze e impatti sull’operatività aziendale di un’interruzione della supply chain:
Le interruzioni della supply chain possono avere conseguenze significative sulle realtà coinvolte. Pensiamo, per esempio, ai ritardi nelle consegne, in questo caso, la mancata disponibilità di prodotti per i clienti, causa insoddisfazione della clientela e possibile perdita di fidelizzazione, ma anche il rallentamento dei progetti o delle operazioni aziendali che dipendono da forniture puntuali.
Un’interruzione della fornitura causa anche costi aggiuntivi dovuti alla ricerca di fornitori alternativi per mantenere l’operatività. Il mancato rispetto delle scadenze comporta, inoltre, penalità contrattuali e possibili spese legali.
Fra gli effetti collaterali dei casi sopra citati (perdita di fidelizzazione e costi aggiuntivi) c’è la riduzione delle entrate, per non dimenticare poi che a vendite inferiori, dovute a una crisi nella supply chain, corrisponde anche un accumulo di prodotti con conseguenti costi di stoccaggio da affrontare.
Non sono da sottovalutare, poi, gli impatti sulla reputazione. I danni all'immagine aziendale causati da ritardi o mancanza di prodotti sul mercato possono essere molto gravi e comportare la perdita di fiducia da parte dei clienti, investitori e partner commerciali.
Interruzioni prolungate possono portare a situazioni molto gravi come perdita di quote di mercato, con clienti che si rivolgono ad altri fornitori, riduzione della capacità produttiva complessiva, instabilità aziendale, fino ad arrivare nei casi più seri a licenziamenti, riorganizzazioni e persino fallimenti.
Strategie per creare una supply chain resiliente e mitigare i rischi
Creare una supply chain resiliente, ovvero in grado di adattarsi rapidamente a cambiamenti, minimizzando l'impatto di eventi imprevisti, è fondamentale per mitigare i rischi di interruzione e garantire la continuità operativa. Ma quali sono le strategie più efficaci? Vediamo assieme le più comuni.
Diversificazione dei fornitori, dei trasporti e delle rotte
Collaborare con fornitori diversi permette di ridurre la dipendenza da un unico soggetto o da una sola regione geografica. I supplier, inoltre, non devono esser scelti con leggerezza, ma è indispensabile analizzare e monitorare i rischi associati a ciascun fornitore.
Anche utilizzare più modalità di trasporto e pianificare rotte alternative è un buon modo per rispondere agli imprevisti.
Friendshoring e nearshoring
Friendshoring e nearshoring sono due diverse strategie per gestire e ottimizzare le catene di approvvigionamento in risposta ai rischi geopolitici, economici e logistici.
Il friendshoring consiste nello spostare o localizzare le attività della supply chain (come la produzione, l'approvvigionamento e la logistica) in Paesi "amici", ovvero in nazioni considerate politicamente stabili e alleate. L'obiettivo principale è ridurre i rischi associati a tensioni geopolitiche o sanzioni internazionali.
Il nearshoring, invece, prevede il trasferimento delle attività della supply chain in Paesi vicini, geograficamente più prossimi ai mercati di consumo finali. Questo approccio riduce i tempi di trasporto, i costi logistici e i rischi associati a filiere troppo lunghe.
Trasparenza, visibilità e tracciabilità
Trasparenza, visibilità e tracciabilità nella supply chain sono fondamentali per gestire efficacemente i flussi di materiali, prodotti e informazioni lungo tutta la catena di approvvigionamento, consentendo alle aziende di migliorare l'efficienza, ridurre i rischi e rispondere rapidamente ai cambiamenti o ai problemi.
La capacità di avere una panoramica chiara, in tempo reale, di tutti i processi e le operazioni della supply chain, inclusi fornitori, produttori, trasportatori e distributori, come anche la possibilità di monitorare e rintracciare un prodotto, una materia prima o un componente in ogni fase della catena, dal punto di origine fino al consumatore finale, sono imprescindibili in una catena di fornitura resiliente.
La chiave per ottenere questo risultato è l’innovazione tecnologica. Implementare tecnologie avanzate, come sistemi digitali ERP (Enterprise Resource Planning), IoT (Internet of Things) e blockchain, permette, infatti, di monitorare in tempo reale il flusso di materiali e prodotti, a tutto vantaggio di una gestione proattiva delle criticità.
La tecnologia consente inoltre di condividere le informazioni, favorendo una maggiore collaborazione con partner, fornitori, clienti, e garantendo trasparenza su livelli di inventario, capacità produttiva e potenziali problemi.
Non solo, mappando la filiera è possibile identificare i nodi critici e intervenire in anticipo, prevenendo errori e crisi.
Creazione di scorte di sicurezza
Aumentare le scorte di materiali essenziali o prodotti finiti permette di far fronte a eventuali interruzioni. Molto importante è farlo bilanciando i costi di stoccaggio e ottimizzando il magazzino per evitare costi eccessivi e problemi di obsolescenza.
Definire piani di emergenza
Sviluppare piani di emergenza, creando procedure da attuare in caso di interruzioni, inclusi protocolli per la gestione dei fornitori e la logistica è cruciale per preservare la continuità operativa. Questi piani vanno, inoltre, testati e aggiornati regolarmente, per migliorarne l’efficacia.
Digitalizzazione e automazione
Nuove tecnologie, come Intelligenza artificiale e machine learning, sono preziosi alleati nella previsione di rischi, nell’identificazione di inefficienze e nell’ottimizzare i processi. Automazione dei processi, inoltre, attraverso l'uso di robot e sistemi automatizzati riduce i margini di errore ed efficienta produzione e logistica.
Monitoraggio continuo del rischio
Analizzare i rischi geopolitici e climatici, monitorando gli eventi globali e regionali che possono influire sulla supply chain è alla base di una gestione efficace della filiera. Allo scopo, è necessario implementare indicatori chiave di rischio e identificare segnali precoci di potenziali interruzioni.
Sostenibilità e resilienza ambientale
Ridurre la dipendenza da risorse vulnerabili, adottando materiali alternativi o rinnovabili, promuovere pratiche sostenibili, utilizzare fornitori che rispettano criteri ambientali e sociali per ridurre rischi legati a controversie o normative, sono tutte azioni utili per creare una un supply chain sostenibile e resiliente.
Conoscere i partner per prevenire i rischi
Alla luce di quanto detto diventa chiaro quanto sia importante valutare e conoscere i propri partner. Proprio per aiutare le imprese a raccogliere informazioni e diversificare fornitori, CRIBIS ha messo a punto dei servizi a supporto della selezione dei supplier, con report aziendali che coprono oltre 500 milioni di imprese nel mondo.
Con i giusti strumenti creare una filiera flessibile, efficace ed efficiente, in grado di assicurare l’operatività aziendale anche in contesti complicati, è più facile.
CRIBIS Supplier è il business report pensato per le esigenze di valutazione dei fornitori italiani
L'AUTORE
Niccolò Zuffetti
Marketing Manager, Cribis
Marketing Manager di CRIBIS, sin dall’inizio della carriera professionale si è dedicato al coordinamento di progetti di supporto decisionale per la valutazione del merito creditizio, gestione della clientela e ampliamento del business per grandi aziende italiane e per il mercato B2B. Oggi coordina le attività di Marketing e Telemarketing.
Marketing Manager, Cribis
Marketing Manager di CRIBIS, sin dall’inizio della carriera professionale si è dedicato al coordinamento di progetti di supporto decisionale per la valutazione del merito creditizio, gestione della clientela e ampliamento del business per grandi aziende italiane e per il mercato B2B. Oggi coordina le attività di Marketing e Telemarketing.
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