Sostenibilità
La guerra frena gli investimenti sostenibili, ma il futuro resta green-oriented
Un’analisi del mercato degli investimenti green, dalla battuta d’arresto dovuta allo scoppio della guerra in Ucraina alle prospettive future.
La guerra tra Russia e Ucraina, le aspettative di un rialzo dei tassi di interesse, l’aumento dei prezzi, la conseguente inflazione, in particolare nei settori dell’energia e delle materie prime, fanno sentire i loro effetti anche sugli investimenti sostenibili.
Se negli ultimi dieci anni il mercato degli investimenti green ha visto una costante crescita, nel primo trimestre del 2022, a causa della situazione geopolitica creatasi a causa dello scoppio del conflitto tra Russia e Ucraina, tale mercato ha avuto una battuta di arresto.
Green Bond: diminuisce l’emissione di obbligazioni “verdi”
L'emissione di debito “sostenibile” – riporta il Sole24Ore - ha registrato -35% rispetto al quarto trimestre 2021 e -10% confrontato con l’anno precedente. A frenare sono stati in particolare i prestiti e le emissioni obbligazionarie sustainability linked, ma anche i green bond/loan più classici. Reggono invece i social bond, ovvero le obbligazioni destinate a finanziare le Casse Integrazioni Guadagni o legate al sostegno dell'occupazione.
Se i sustainability linked bond/loan negli ultimi tre anni sono arrivati a rappresentare addirittura il 34% dell'intero mercato degli investimenti Esg, nell’ultimo trimestre il loro peso si è aggirato attorno al 18%.
Tenuto conto che i sustainability linked bond/loan sono legati all’ottenimento di obiettivi legati alla sostenibilità e che il loro rendimento sale al mancato raggiungimento degli stessi, in un momento di grande incertezza come quello attuale, le performance sulla sostenibilità sono a rischio e dunque le imprese sono scoraggiate dall’emettere delle obbligazioni correlate a risultati che potrebbero essere difficili da centrare, finendo così con il dover pagare cedole più alte.
Emissioni CO2: in calo il mercato delle certificazioni
Rallenta pure il mercato dei certificati di emissioni di CO2: cresciuto del 200% negli ultimi 24 mesi a livello globale, da febbraio 2022 è diminuito del 25% in Europa e del 10% nel resto del mondo. In calo, infine, i capitali investiti nei fondi di investimento specializzati in ESG: il primo trimestre 2022 – riporta il Sole24Ore - registra una discesa del 55% dai massimi di inizio 2021.Questo vuole dire che c’è meno attenzione nei confronti della sostenibilità?Ovviamente no. Tornare a parlare di fonti fossili e nucleare in alternativa al gas russo e all’aumento dei prezzi certo non aiuta a pensare in ottica green, ma l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile resta il percorso tracciato e obbligatorio per Stati, imprese e società civile.
Se è vero che al momento l'attenzione è assorbita da temi come la sicurezza e l’approvvigionamento di fonti energetiche e materie prime, mettendo così in secondo piano la transizione green, è anche vero che proprio questa complicata situazione potrebbe portare l’Italia a un’accelerazione verso le energie rinnovabili per interrompere la dipendenza dalla Russia.
La salvaguardia dell’ambiente e i principi di sostenibilità fondati sui fattori ESG restano dunque un punto fermo, e l’appuntamento con il futuro per le imprese non può che passare da lì.
L'AUTORE
Marco Preti
Amministratore Delegato CRIBIS
Amministratore delegato di CRIBIS da più di dieci anni, dal 2020 è anche Direttore Generale della business unit CRIF dedicata alla Business Information & BPO e Amministratore Delegato di CRIBIS Credit Management.
Da diversi anni ricopre ruoli internazionali all’interno del Gruppo. È presidente del CdA CRIF per la Giordania, la Turchia e gli Emirati Arabi Uniti e fa parte del Consiglio di Amministrazione CRIF in Polonia e Bürgel. Inoltre, fa parte del Consiglio di Amministrazione della società di consulenza Credit Data Research Italia e di Workinvoice, la piattaforma specializzata nella cessione del credito per le PMI.
Amministratore Delegato CRIBIS
Amministratore delegato di CRIBIS da più di dieci anni, dal 2020 è anche Direttore Generale della business unit CRIF dedicata alla Business Information & BPO e Amministratore Delegato di CRIBIS Credit Management.
Da diversi anni ricopre ruoli internazionali all’interno del Gruppo. È presidente del CdA CRIF per la Giordania, la Turchia e gli Emirati Arabi Uniti e fa parte del Consiglio di Amministrazione CRIF in Polonia e Bürgel. Inoltre, fa parte del Consiglio di Amministrazione della società di consulenza Credit Data Research Italia e di Workinvoice, la piattaforma specializzata nella cessione del credito per le PMI.
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