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Mercato immobiliare: le caratteristiche e l’andamento del settore post pandemia
Scopri le caratteristiche e l'andamento del settore immobiliare post pandemia, con dati ISTAT aggiornati e analisi delle tendenze regionali.
In base ai dati pubblicati dall’ISTAT, nel quarto trimestre 2023 sono state 277.415 le convenzioni notarili di compravendita e gli atti traslativi a titolo oneroso per unità immobiliari, in crescita del 3,4% rispetto al trimestre precedente.
Il mercato immobiliare, quindi, è in ottima forma? Non proprio, vediamo perché.
L’andamento del mercato immobiliare nel 2023 e 2024
Se si considera l’interno 2023 il numero delle convenzioni notarili di compravendita ha raggiunto quota 933.919, registrando un andamento in ribasso rispetto all’anno precedente (-8,1%). Una flessione che ha riguardato in particolare il settore abitativo (-8,9%) e che si è fatto sentire soprattutto al Centro (-11,6%) e nel Nord-ovest (-11,3%), più contenuto invece il calo nel Nord-est (-8,4%) e al Sud (-6,2%), mentre le Isole mettono a segno un leggero incremento (+0,4%).
Le convenzioni notarili per mutui, finanziamenti e altre obbligazioni con costituzione di ipoteca immobiliare ammontano a 308.910 nel 2023, in calo del 27,1% rispetto al 2022, con una flessione che ha interessato soprattutto il Nord-ovest (-30%) e il Centro (-29,2%); più contenuto il calo nel Nord-est (-24,8%), al Sud (-23,8%) e nelle Isole (-20,1%).
Il mercato immobiliare risulta essere più tonico nel 2024 con il secondo trimestre del 2024 che segna un aumento complessivo dell'1,2% sul residenziale rispetto allo stesso periodo del 2023, in base all'elaborazione di Abitare Co. su dati dell’Osservatorio sul Mercato Immobiliare (OMI) dell’Agenzia delle Entrate.
Nello stesso periodo le compravendite sono state 186.324, in ripresa dopo il calo del primo trimestre. Nei primi tre mesi dell’anno, infatti, il mercato immobiliare residenziale a livello nazionale è diminuito del -7,2% rispetto allo stesso periodo del 2023, con 154.770 compravendite.
Mediazione immobiliare: i trend del settore
Partendo da queste evidenze emerse, ci siamo chiesti quali risultati avesse ottenuto e quali caratteristiche presentasse il comparto della mediazione immobiliare.
Grazie alla piattaforma Margò di CRIBIS, è stato possibile andare a ricostruire la diffusione geografica delle aziende del settore, scoprendo che le regioni con la maggiore presenza sono:
- Lombardia 19,9%
- Lazio 13,2%
- Piemonte 10,1%
- Toscana 8.6%
- Emilia-Romagna 8,4%
- Veneto 8,4%
Nelle altre regioni l’incidenza non arriva al 6%.
Considerando la forma societaria, il 62% delle agenzie di mediazione immobiliare è costituita come Impresa individuale, il 23,9% come Società di capitali e il 14% come Società di persone.
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Il mercato immobiliare ha vissuto anni da record nel biennio post-pandemia. Non sorprende dunque che fatturato e numero di dipendenti siano stati in netta crescita.
Nello specifico, il fatturato è stato:
- 1.372.102.217 € nel 2020
- 2.018.569.070 nel 2021
- 2.370.034.539 nel 2022
Mentre gli addetti passano da 11.961 nel 2021 a 13.301 nel 2022, per poi raggiungere i 14.185 nel 2023.
In settore è animato da imprese che nell’81,6% dei casi presenta un basso score di internazionalizzazione, nel 67,5% dei casi una bassa digital attitude e anche lo score di innovazione è nella maggior parte dei casi basso (32,2%) e medio-basso (31,1%).
Uno sguardo al futuro del mercato immobiliare
Se questo è lo stato dell’arte del mercato immobiliare e dei suoi operatori, cosa ci possiamo aspettare per il futuro? Dopo gli anni d’oro del post-pandemia un rallentamento è fisiologico. In più, l’instabilità dovuta ai conflitti internazionali e la diminuzione del potere d’acquisto a causa della crescita dell’inflazione hanno pesato e potrebbero continuare a pesare sulle compravendite.
Va notato, però, che il taglio dei tassi di interesse da parte di FED e BCE presumibilmente stimolerà la richiesta e la concessione di mutui per l’acquisto di case a tutto vantaggio di un maggior dinamismo nel segmento residenziale.
Un altro aspetto con cui il comparto dovrà fare i conti è la direttiva Case Green che ha l’obiettivo di ridurre drasticamente le emissioni. Con questo provvedimento il Parlamento UE chiede che tutte le abitazioni, escluse quelle di valore storico, debbano raggiungere la classe E entro il 2030 e la classe D entro il 2033, fino ad arrivare un impatto ambientale zero entro il 2050. Traguardo decisamente ambizioso se si considera che la maggior parte degli immobili residenziali del nostro Paese oggi rientra nelle categorie energetiche E, F e G.
Questa direttiva sposterà l’attenzione dei compratori verso immobili con bassi consumi e il mercato non potrà che adeguarsi, anche in tempi rapidi, proponendo abitazioni più green.
È proprio il caso di dire che la sostenibilità entrerà sempre più nelle case degli italiani e lo farà dalla porta principale.
L'AUTORE
Niccolò Zuffetti
Marketing Manager, Cribis
Marketing Manager di CRIBIS, sin dall’inizio della carriera professionale si è dedicato al coordinamento di progetti di supporto decisionale per la valutazione del merito creditizio, gestione della clientela e ampliamento del business per grandi aziende italiane e per il mercato B2B. Oggi coordina le attività di Marketing e Telemarketing.
Marketing Manager, Cribis
Marketing Manager di CRIBIS, sin dall’inizio della carriera professionale si è dedicato al coordinamento di progetti di supporto decisionale per la valutazione del merito creditizio, gestione della clientela e ampliamento del business per grandi aziende italiane e per il mercato B2B. Oggi coordina le attività di Marketing e Telemarketing.
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