Sostenibilità

Dialogo di sostenibilità tra PMI e banche: 45 indici per favorire l’accesso al credito delle imprese virtuose

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Nel “Il Dialogo di Sostenibilità tra PMI e Banche” il MEF ha illustrato 45 indicatori e nuove linee guida sulle priorità di sviluppo sostenibile per le PMI. Scoprili!

Quali sono le priorità di sviluppo sostenibile che una PMI dovrebbe perseguire per accedere più facilmente al credito e come deve essere misurato l’impegno sui fattori ESG? Per rispondere a queste domande il MEF, ha pubblicato “Il Dialogo di Sostenibilità tra PMI e Banche”, identificando 45 indicatori e delle linee guida alla portata anche dalle aziende di dimensioni contenute.

Un contesto normativo in evoluzione

 

Il documento nasce all’interno del Tavolo per la Finanza Sostenibile, costituito e presieduto dal MEF, è composto da Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Ministero delle Imprese e del Made in Italy, Banca d’Italia, CONSOB, IVASS, COVIP, ed è stato elaborato prendendo in considerazione anche delle interlocuzioni avute con l’Organismo Italiano Contabilità, diversi stakeholder, e del supporto di consulenti incaricati nell’ambito del programma Technical Support Instrument finanziato dalla Commissione Europea.

La premessa del “Il Dialogo di Sostenibilità tra PMI e Banche”, messo in consultazione pubblica da giugno ad agosto 2024, fa riferimento agli  delle Nazioni Unite e all’obiettivo UE di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.

Il raggiungimento di questi traguardi coinvolgono tutti i settori economici e il sistema finanziario. In particolare, saranno le PMI ad avere un ruolo centrale, essendo la parte predominante nel tessuto produttivo italiano.

Proprio alle viene richiesto di comunicare al mercato informazioni sulle loro performance di sostenibilità, ovvero informazioni inerenti agli impatti, ai rischi e alle opportunità delle loro attività che influiscono sui fattori ambientali, sociali e di governance (ESG).

Del resto, il contesto normativo europeo richiede infatti alle imprese di maggiori dimensioni e le istituzioni finanziarie di rendere noti i propri sforzi per uno sviluppo sostenibile, coinvolgendo anche l’intera catena di approvvigionamento e quindi, anche se non espressamente assoggettate alle normative UE sulla sostenibilità, le PMI ne sono indirettamente interessate in quanto parte della supply chain.

A fronte di questo impegno, le PMI potranno ottenere importanti benefici, fra cui:

  • misurare più accuratamente i rischi e pianificare meglio gli investimenti;
  • avere un miglior accesso a finanziamenti, con minor costo e maggiori agevolazioni;
  • rafforzare la capacità di resistere a shock energetici e ambientali;
  • offrire prodotti e servizi più sostenibili, migliorando il proprio posizionamento competitivo.

 

Sostenibilità e merito creditizio

Il documento “Dialogo di Sostenibilità tra PMI e Banche” si concentra sulle interazioni tra PMI e banche, con specifico riferimento al rapporto creditizio.

Queste ultime per valutare il merito creditizio si avvalgono, infatti, di informazioni sulle aziende e il loro impegno sui criteri ESG, attingendo a banche dati pubbliche e utilizzando specifici questionari, alla luce delle normative vigenti e tenendo conto dei rischi climatici e correlati alla sostenibilità.

Il documento, che si compone di due parti Informazioni di sostenibilità dalle PMI alle banche e Guida Metodologica, propone un modello di riferimento per la standardizzazione di questi dati e raccoglie 45 informazioni di sostenibilità organizzate in cinque sezioni tematiche.

Gli obiettivi del documento, pensato per facilitare l’interazione tra le PMI e le banche, si propone di:

  • agevolare lo scambio di informazioni tenendo conto di criteri di standardizzazione, proporzionalità, efficienza ed economicità;
  • aumentare la consapevolezza delle PMI sull’importanza dei dati sulla sostenibilità, anche nell’ottica di un progressivo avvicinamento all’adozione dello standard VSME ED di EFRAG;
  • porre le basi per iniziative di formazione e progetti pilota, volti a innalzare le competenze delle PMI in materia di sostenibilità.

 

Dialogo di Sostenibilità tra PMI e Banche: le 5 sezioni tematiche e i 45 indici

 

Dopo aver spiegato le finalità del documento, non resta che andare ad elencare le cinque sezioni tematiche e i 45 indicatori proposti.

SEZIONE 1. Informazioni generali

  1. Indirizzo e codice NACE di ciascuna unità operativa o amministrativa e gestionale
  2. Indicare se l’impresa ottiene ricavi da:
    1. estrazione, distribuzione o lavorazione di combustibili fossili
    2. produzione energia elettrica da combustibili fossili
  3. Fornire una breve descrizione di ruoli e responsabilità:
    1. del più alto organo di governance in relazione alle questioni di sostenibilità
    2. delle figure di riferimento per le questioni di sostenibilità all’interno dell’impresa
  4. Fatturato annuo per unità operativa (se non disponibile, numero dipendenti per unità operativa)

 

SEZIONE 2. Mitigazione e adattamento al cambiamento climatico

  1. L’impresa ha un rating climatico/ambientale esterno? Se sì, indicarne i dettagli
  2. Fatturato annuo da settori ad altro impatto climatico (es. agricoltura, costruzioni)
  3. Livello di efficienza energetica degli immobili in garanzia
  4. Consumo totale di energia, con separata evidenza di:
    1. energia da fonti rinnovabili
    2. energia da fonti non rinnovabili
  5. Emissioni annuali di gas serra di ambito 1
  6. Emissioni annuali di gas serra di ambito 2
  7. L’impresa ha fissato dei target per ridurre le emissioni di gas serra? Se sì, quali?
  8. Valore degli attivi soggetti a rischio di transizione
  9. L’impresa ha fatto, o ha pianificato, investimenti volti a ridurre l’esposizione al rischio fisico e di transizione connesso al cambiamento climatico? Se sì, quali?
  10. Indicare contro quale rischio fisico/calamità naturale, l’impresa ha stipulato una copertura assicurativa indicandone i dettagli in termini di valore di copertura e validità temporale
  11. Stima preliminare del fatturato allineato alla Tassonomia UE per obiettivo ambientale (mitigazione e adattamento al cambiamento climatico) e per codice NACE
  12. Stima preliminare della spesa in conto capitale allineata alla Tassonomia UE per obiettivo ambientale (mitigazione e adattamento al cambiamento climatico) e per codice NACE
  13. Stima preliminare della spesa operativa allineata alla Tassonomia UE per obiettivo ambientale (mitigazione e adattamento al cambiamento climatico) e per codice NACE

 

SEZIONE 3. Ambiente

  1. Emissioni annuali di sostanze inquinanti nell’aria
  2. Emissioni annuali di sostanze inquinanti in acqua
  3. Emissioni annuali di sostanze inquinanti nel suolo
  4. Sono stati definiti obiettivi da raggiungere nel tempo relativamente alla riduzione di emissioni di sostanze inquinanti in acqua, aria e suolo? Se sì, quali?
  5. Quantità annua di acqua consumata
  6. Prelievi idrici annuali da zone a elevato stress idrico
  7. Area di terreno o area marina di siti di proprietà, in locazione o gestiti in (o adiacenti a) area protette a elevato valore di biodiversità
  8. Area e percentuale di terreno impermeabilizzata
  9. Tonnellate di rifiuti pericolosi e rifiuti radioattivi prodotti nell’anno
  10. Percentuale di rifiuti portati a smaltimento e riciclati durante l’anno
  11. Contenuto di materiale riciclato utilizzato nei prodotti e nei relativi imballaggi
  12. Contenuto di materiale riciclabile utilizzato nei prodotti relativi imballaggi

 

SEZIONE 4. Società e forza lavoro

  1. L’impresa ha politiche in materia di diritti umani, compresi i diritti dei propri lavoratori? Se sì, indicarne il contenuto
  2. L’impresa ha una procedura di due diligence per individuare, prevenire e affrontare effetti negativi sui diritti umani?
  3. Numero di incidenti in materia di diritti umani
  4. Numero di lavoratori a cui si applicano contratti collettivi nazionali di lavoro
  5. Numero di dipendenti parte di categorie protette
  6. Percentuale di divario retributivo medio tra lavoratori donne e uomini per livello di inquadramento
  7. Numero di casi legati alla discriminazione che hanno determinato sanzioni o provvedimenti definitivi
  8. Numero medio di ore di formazione per dipendente e per genere
  9. Numero di infortuni sul lavoro registrati all’INAIL
  10. Numero di giornate perse a causa di infortuni e/o malattie professionali
  11. Numero di decessi dovuti a incidenti sul lavoro e/o malattie professionali
  12. Se l’impresa opera in più Paesi, numero di dipendenti per Paese
  13. Numero dipendenti a tempo determinato e indeterminato ripartito per genere e inquadramento

 

 SEZIONE 5. Governance e condotta aziendale

  1. Eventuale adozione di un codice etico, modello di organizzazione e controllo 231 e/o di procedute in materia di anticorruzione, che includa la formazione dei dipendenti su tali temi
  2. Eventuale adozione di un sistema per segnalare violazioni di leggi o regolamenti, reati e casi di corruzione o frode oltre a situazioni di pericolo per la salute e la sicurezza dei lavoratori
  3. Numero di condanne e importo delle ammende inflitte per violazioni delle leggi contro la corruzione attiva e passiva.

 

L’importanza delle informazioni sulla sostenibilità

L’informativa sulla sostenibilità delle imprese sarà sempre più oggetto di discussione e questo documento è sicuramente un passo in avanti per agevolare un dialogo fra banche e PMI in grado di fare andare di pari passo l’impegno verso uno sviluppo sostenibile delle aziende italiane con l’accesso al credito.

Il nostro suggerimento è quello di non farsi trovare impreparati. La piattaforma  Synesgy di CRIBIS è stata ideata proprio per agevolare la consapevolezza del propridei propri sforzi in ambito ESG.

 

Valuta la sostenibilità della tua Supply Chain

Luca Greco
L'AUTORE
Luca Greco

Sales Innovation Director, Cribis

Dopo un’esperienza ventennale nel B2B sales, nella quale ha ottenuto importanti risultati accrescendo il valore di alcuni clienti strategici attraverso l’implementazione di progetti complessi in ambito credit management, supply chain e sales acceleration, ha avviato un nuovo percorso professionale assumendo il ruolo di Sales Innovation Director. Nel nuovo ruolo coordina un Team multitasking che si occupa di supportare e formare le reti di vendita, di garantire lo sviluppo di alcuni mercati verticali e di assistere i clienti nell’adoption dei servizi per aumentare il loro grado di consapevolezza e di soddisfazione. Appassionato lettore di saggi di storia, geopolitica e romanzi declina questa passione nei viaggi in luoghi con grande impatto naturalistico e/o ricchi di contenuti storici.

Sales Innovation Director, Cribis

Dopo un’esperienza ventennale nel B2B sales, nella quale ha ottenuto importanti risultati accrescendo il valore di alcuni clienti strategici attraverso l’implementazione di progetti complessi in ambito credit management, supply chain e sales acceleration, ha avviato un nuovo percorso professionale assumendo il ruolo di Sales Innovation Director. Nel nuovo ruolo coordina un Team multitasking che si occupa di supportare e formare le reti di vendita, di garantire lo sviluppo di alcuni mercati verticali e di assistere i clienti nell’adoption dei servizi per aumentare il loro grado di consapevolezza e di soddisfazione. Appassionato lettore di saggi di storia, geopolitica e romanzi declina questa passione nei viaggi in luoghi con grande impatto naturalistico e/o ricchi di contenuti storici.

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