Sostenibilità

Principi ESG e sostenibilità: i pilastri delle aziende del futuro che piacciono ai consumatori

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Specialmente fra i più giovani, e trasversalmente fra i settori, le aziende che si impegnano verso i principi ESG e la sostenibilità sono viste con un’accezione positiva e la gente è disposta a pagare di più.

Oggi per valutare un'impresa non basta più guardare ai soli dati finanziari. Per le PMI e le aziende, il rispetto dei valori legati alla sostenibilità è diventato un dovere. Nati nel 2005 dai principi per gli investimenti responsabili dell'ONU, i criteri ESG sono ormai al centro del discorso pubblico e rappresentano una bussola che orienterà le scelte di sviluppo mondiale e comporterà, nel breve, l’impegno di ogni singola impresa verso uno sviluppo sostenibile.

 

COSA SONO I FATTORI ESG

  • Environmental -fattori ambientali riguardano il mondo che ci circonda: rifiuti e inquinamento, esaurimento delle risorse naturali, preservazione della biodiversità, emissione di gas serra, deforestazione, cambiamento climatico.
  • Social - fattori socialiriguardano come le aziende e gli Stati trattano le persone: relazione con i dipendenti, condizioni di lavoro, compreso il lavoro minorile e la schiavitù, finanziamento di progetti o istituzioni che serviranno le comunità povere e sottosviluppate a livello globale, salute, sicurezza, gestione dei conflitti sociali.
  • Governance -fattori di governance racchiudono il complesso delle strutture, delle regole e delle strategie che presiedono alla guida di un’azienda o di uno Stato: strategia fiscale, remunerazione dei dirigenti, donazioni e pressioni politiche, corruzione, diversità e struttura di governo aziendale e statale.

 

PRINCIPI ESG E TREND DI CRESCITA

Ad oggi, oltre 1.500 investitori si sono impegnati ufficialmente a seguire questi principi. In 3 anni i soldi gestiti da fondi ESG sono raddoppiati superando i mille miliardi di dollari.

Le imprese italiane sono particolarmente interessate ai temi della sostenibilità. Secondo un sondaggio Ipsos sul tema dell'economia circolare, presentato all'EcoForum di ottobre,

«Un'azienda su quattro investe in modo convinto in sostenibilità già da tempo; altre lo fanno in modo limitato e non strutturato e alcune hanno affrontato il tema solo di recente, ma in futuro per il 56% delle aziende l'enfasi crescerà, come pure gli investimenti in comunicazione».

Con l'approvazione, lo scorso luglio, del Next Generation Eu, il piano per il rilancio dell’economia promosso dai leader europei, l’impegno verso la sostenibilità diventa imprescindibile per ogni paese dell’unione. Insomma, il rispetto dei principi ESG non sarà più solo un volano di marketing da utilizzare a breve termine, bensì l’imperativo futuro per tutte le imprese.

Per ottenere le risorse economiche messe a disposizione dell’Europa, i piani nazionali devono rispettare alcuni criteri. Il 37% o più delle risorse deve essere destinato alla transizione ambientale, il 20% per la digitalizzazione e l’innovazione e il restante deve essere impiegato nella sostenibilità sociale.

Non è solo una questione di normative europee: negli ultimi anni anche i consumatori sono diventati sempre più  sensibili rispetto ai criteri ESG. Secondo una ricerca di Altroconsumo infatti, più di un italiano su due è disposto a spendere di più per un prodotto che riconosce come sostenibile.

 

 

PRINCIPI ESG E SVILUPPO SOSTENIBILE: COME RAGGIUNERE GLI OBIETTIVI DELL’AGENDA 2030

Nel 2015 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite sottoscrive un programma d’azione per il pianeta, le persone e la prosperità. Denominata Agenda 2030 questo programma si compone di 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile (Sustainable Developments Goals, SDGs) e di 169 target da raggiungere in ambito economico, ambientale e sociale entro il 2030.

I target prefissati hanno una validità globale, ma rappresentano anche una sfida importante per i diversi paesi e i loro governi. Questi 17 obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile pongono in equilibrio i tre principi ESG e non riguardano solo la questione ambientale. Piuttosto siamo consapevoli che l’attuazione dell’Agenda 2030 è un impegno complessivo di tutte le parti della società attraverso un approccio integrato e misure concrete, necessarie per sviluppare sostenibilmente la crescita economica, l’inclusione sociale e la tutela ambientale.

In questo contesto, l’Italia è impegnata del definire cosa le SDGs rappresentano per noi. Lo strumento di cui il Paese si è dotato per attuare le politiche e i programmi dell’Agenda è la Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile.

Questo si articola in cinque aree tematiche, dette le Cinque P dello Sviluppo Sostenibile:

  • Persone
  • Pianeta
  • Prosperità
  • Pace

L’approccio utilizzato per perseguire gli obiettivi dell’Agenda 2030 a livello nazionale è basato quindi sui principi ESG e l'interazione delle dinamiche di questi.

CRIBIS, da sempre attenta all’innovazione e alle nuove sfide rivolte al mondo impresa, è partner di tutte le aziende che vogliono investire sui principi Environmental, Social e Governance.

Ogni impresa può far conoscere alla propria filiera e ai propri stakeholder finanziari i suoi processi responsabili ottenendo e pubblicando sul proprio sito l’attestato Sinesgy che dimostra la propria adesione ai principi di sostenibilità.

 

Marco Preti, CEO CRIBIS

Marco Preti
L'AUTORE
Marco Preti

CEO, CRIBIS

Amministratore delegato di CRIBIS da più di dieci anni, dal 2020 è anche Direttore Generale della business unit CRIF dedicata alla Business Information & BPO e Amministratore Delegato di CRIBIS Credit Management.
Da diversi anni ricopre ruoli internazionali all’interno del Gruppo. È presidente del CdA CRIF per la Giordania, la Turchia e gli Emirati Arabi Uniti e fa parte del Consiglio di Amministrazione CRIF in Polonia e Bürgel. Inoltre, fa parte del Consiglio di Amministrazione della società di consulenza Credit Data Research Italia e di Workinvoice, la piattaforma specializzata nella cessione del credito per le PMI.

CEO, CRIBIS

Amministratore delegato di CRIBIS da più di dieci anni, dal 2020 è anche Direttore Generale della business unit CRIF dedicata alla Business Information & BPO e Amministratore Delegato di CRIBIS Credit Management.
Da diversi anni ricopre ruoli internazionali all’interno del Gruppo. È presidente del CdA CRIF per la Giordania, la Turchia e gli Emirati Arabi Uniti e fa parte del Consiglio di Amministrazione CRIF in Polonia e Bürgel. Inoltre, fa parte del Consiglio di Amministrazione della società di consulenza Credit Data Research Italia e di Workinvoice, la piattaforma specializzata nella cessione del credito per le PMI.

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