Sostenibilità
Rendicontazione non finanziaria in Italia: i dati sui bilanci di sostenibilità
Scopri i dati italiani sui bilanci di sostenibilità redatti dalle imprese e sul loro impegno nel rispetto dell'ambiente.
DATI 2020: IN PEGGIORAMENTO LE PERFORMANCE DI SOSTENIBILITÀ
La sostenibilità è sicuramente il tema del momento, la sfida che ogni nazione è chiamata ad affrontare con urgenza. A livello italiano, l’impegno del nostro paese per favorire uno sviluppo sostenibile viene annualmente raccontato attraverso l’approfondita analisi del Rapporto SDGs dell’Istat, in grado di monitorare l’andamento dei 17 Sustainable Development Goals relativi alle tematiche di ordine ambientale, sociale, economico e istituzionale che compongono l’Agenda 2030.
Se i dati aggiornati al 2019 mostrano un andamento decisamente positivo rispetto ai dieci anni precedenti, con il 60,5% delle misure in miglioramento, il 19,1% invariate e il 20,5% in peggioramento, i segnali favorevoli si attenuano se si considerano i dati aggiornati al 2020 dove scende al 42,5% la quota di misure in miglioramento e sale al 37% quella di misure in peggioramento, segno che nell’anno del Covid si è registrato un rallentamento nella corsa agli obiettivi di sostenibilità fissati per il 2030.
SVILUPPO SOSTENIBILE: DIFFERENZE FRA REGIONI
È importante sottolineare come l’avanzamento dello sviluppo sostenibile sia profondamente diverso a seconda dell’area geografica: le regioni del Nord Italia (soprattutto il Nord-est con il 20,4% degli indicatori nel quinto quintile, il più virtuoso) appaiono decisamente più avanti rispetto alle regioni del Sud e alle Isole (rispettivamente 46,9% e 54,0% degli indicatori nel primo quintile, quello meno virtuoso). In particolare, le più virtuose sono:
- Provincia Autonoma di Bolzano
- Provincia Autonoma di Trento
- Valle d’Aosta
- Lombardia
- Liguria
- Piemonte
Nelle regioni centrali il Lazio stenta rispetto a Marche, Toscana e Umbria, mentre, come anticipato, nelle regioni meridionali i valori degli indicatori sono tra i più bassi, con Sicilia, Campania e Calabria in netto svantaggio (con rispettivamente il 56,8%, 54,1% e 49,3% di indicatori nel primo quintile).
BILANCI DI SOSTENIBILITÀ POCO DIFFUSI TRA LE IMPRESE ITALIANE
Al di là di queste osservazioni a livello generale, è importante sottolineare come non si possa parlare di sviluppo sostenibile senza considerare il delicato equilibrio tra lo sviluppo delle attività economiche, da un lato, e la salvaguardia dell’ambiente, dall’altro. Il Covid ha reso ancor più urgente l’ammodernamento delle aziende e il PNRR va nella direzione di dare una spinta all’innovazione, alla ricerca e alla digitalizzazione nell’imprenditoria, in modo da puntare a una produzione più efficiente e più sostenibile.
Resta però il grande tema dei bilanci di sostenibilità e delle rendicontazioni ambientali ancora troppo poco diffusi tra le imprese italiane.
BILANCI DI SOSTENIBILITÀ: QUALI AZIENDE LI REDIGONO?
Il Rapporto SDGs 2021 mette in evidenza come, nel triennio 2016-2018, tra le imprese che contano almeno tre addetti, soltanto 2.5 imprese su 100 abbiano redatto bilanci e/o rendicontazioni ambientali e di sostenibilità. La quota aumenta al crescere della dimensione d’azienda, per via dei vincoli normativi di rendicontazione non finanziaria previsti per le grandi aziende: 19,6% nelle imprese con 250-499 addetti e 34,4% in quelle con 500 e più addetti.
Le imprese più attive in tal senso sono quelle dei settori che fanno della gestione delle risorse ambientali la loro attività principale:
- fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata (13,1%)
- fornitura di acqua
- reti fognarie
- attività di gestione dei rifiuti e risanamento (11,4%)
- industria estrattiva (5,3%).
La redazione di bilanci e rendicontazioni ambientali e di sostenibilità è più diffusa nel Mezzogiorno, con 3.4 imprese su 100 (3.7 al Sud), rispetto al Centro (2.3) e al Nord (2.2).
SOSTENIBILITÀ: LE IMPRESE ITALIANE E LA LOTTA ALLE EMISSIONI
Se dunque c’è ancora molto da fare sul fronte della rendicontazione non finanziaria, conforta sapere che in Italia prosegue la diminuzione del volume delle emissioni di gas serra iniziata nel 2005. Nel 2019 tali emissioni erano pari a 415.622 migliaia di tonnellate CO2 equivalente, con una riduzione del 2,8% rispetto all’anno precedente. Un miglioramento ancora più evidente se si pensa che nel 2019 il livello dell’indice delle emissioni complessive delle imprese era pari a 81.8, mentre nel 2009 era di 100.
A livello settoriale, i settori economici maggiormente responsabili delle emissioni di gas climalteranti sono:
- L’industria manifatturiera (21,1%)
- Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata (19,3%)
- Trasporti e magazzinaggio (9,5%)
- Agricoltura, silvicoltura e pesca (9,1%)
- Fornitura di acqua reti e distribuzione (5,5%).
I settori con maggiori responsabilità sono però anche quelli dove i risultati di una crescente attenzione all’ambiente sta dando i risultati più evidenti: il settore dell’industria manifatturiera (75,4), insieme a quello relativo alla fornitura di energia elettrica e gas (71,2), sono quelli che, nell’ultimo anno, hanno raggiunto i livelli più bassi dell’indice.
SOSTENIBILITÀ DELLE AZIENDE ITALIANE: L'IMPEGNO DI CRIBIS
L’Italia e le imprese italiane sono sulla strada giusta, ma serve fare ancora di più. Inutile dire che le aziende, in particolare quelle di grandi dimensioni e capo filiera, giocano un ruolo fondamentale per gettare le basi per uno sviluppo davvero sostenibile. L’intero settore imprenditoriale è chiamato a fare la sua parte, supportato in questo anche dal grosso aiuto che arriva dai fondi del PNRR.
È importante comprendere che quello della sostenibilità non è un tema transitorio, è un nuovo paradigma che riguarda l’intera attività produttiva. Per questo motivo diventerà sempre più stringente comunicare quel che a livello di singola azienda si sta facendo per rispettare i principi ESG (Environmental, Social, Governance). Un impegno, quello sulla sostenibilità, che viene premiato da investitori, clienti, fornitori e dunque imprescindibile per lo sviluppo aziendale.
È con queste premesse che Cribis ha realizzato SYNESGY, il primo provider mondiale di informazioni ESG, destinato alle aziende Capofiliera, che ha l’obiettivo di incrementare trasparenza e consapevolezza lungo i processi delle filiere produttive, monitorandone l’evoluzione nel tempo. SYNESGY dà la possibilità di verificare quanto le politiche di procurement delle filiere siano coerenti con i principi ESG; il Capofiliera avrà la possibilità di caricare il proprio albo fornitori e invitare le aziende a compilare il questionario sulla piattaforma, al termine del quale si genererà l’attestato SYNESGY.
Luca Greco, Sales Innovation Director CRIBIS
L'AUTORE
Luca Greco
Sales Innovation Director CRIBIS
Dopo un’esperienza ventennale nel B2B sales, nella quale ha ottenuto importanti risultati accrescendo il valore di alcuni clienti strategici attraverso l’implementazione di progetti complessi in ambito credit management, supply chain e sales acceleration, ha avviato un nuovo percorso professionale assumendo il ruolo di Sales Innovation Director. Nel nuovo ruolo coordina un Team multitasking che si occupa di supportare e formare le reti di vendita, di garantire lo sviluppo di alcuni mercati verticali e di assistere i clienti nell’adoption dei servizi per aumentare il loro grado di consapevolezza e di soddisfazione. Appassionato lettore di saggi di storia, geopolitica e romanzi declina questa passione nei viaggi in luoghi con grande impatto naturalistico e/o ricchi di contenuti storici.
Sales Innovation Director CRIBIS
Dopo un’esperienza ventennale nel B2B sales, nella quale ha ottenuto importanti risultati accrescendo il valore di alcuni clienti strategici attraverso l’implementazione di progetti complessi in ambito credit management, supply chain e sales acceleration, ha avviato un nuovo percorso professionale assumendo il ruolo di Sales Innovation Director. Nel nuovo ruolo coordina un Team multitasking che si occupa di supportare e formare le reti di vendita, di garantire lo sviluppo di alcuni mercati verticali e di assistere i clienti nell’adoption dei servizi per aumentare il loro grado di consapevolezza e di soddisfazione. Appassionato lettore di saggi di storia, geopolitica e romanzi declina questa passione nei viaggi in luoghi con grande impatto naturalistico e/o ricchi di contenuti storici.
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