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Puntualità nei pagamenti: le performance delle aziende a livello globale

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Lo Studio Pagamenti 2024 di CRIBIS è stata l’occasione per analizzare l’affidabilità nei pagamenti dei diversi Paesi del mondo. Scopri tutti i dati!

La presentazione dello Studio Pagamenti 2024 di CRIBIS, presso gli IBM Studios a Milano, è stata l’occasione per andare ad analizzare l’affidabilità nei pagamenti dei diversi Paesi del mondo.  Come si posizionano le imprese italiane a livello globale?

Nello Studio Pagamenti 2024, relativo alle abitudini di pagamento registrate del 2023 delle imprese in trentanove diversi Paesi del mondo (che insieme rappresentano circa il 90% del PIL mondiale), l’Italia si posizionava al diciottesimo posto in UE per i pagamenti puntuali e al ventottesimo a livello globale.

 

La puntualità nei pagamenti delle aziende nel mondo

Nel 2023 la nazione europea con la maggiore percentuale di pagatori puntuali è stata la Danimarca, seguita da Polonia e Olanda.  Questa la classifica europea per tasso di puntualità al Q4 2023:

  • Danimarca (94,2%)
  • Polonia (82,7%)
  • Olanda (76,1%)
  • Ungheria (73,2%)
  • Svizzera (68,8%)
  • Germania (64%)
  • Repubblica Ceca (59,2%)
  • Svezia (58,6%)
  • Lussemburgo (56,1%)
  • Slovacchia (52,3%)
  • Slovenia (52,1%)
  • Regno Unito (51,5%)
  • Finlandia (49,8%)
  • Francia (48,3%)
  • Spagna (46,7%)
  • Croazia (45,3%)
  • Irlanda (43,2%)
  • Turchia (40,6%)
  • Belgio (40,4%)
  • Italia (41,1%)
  • Serbia (38,5%)
  • Grecia (23,7%)
  • Bulgaria (19,6%)
  • Portogallo (19,2%)
  • Romania (9%)

Dalla classifica emergono immediatamente grosse differenze fra Europa Settentrionale e Meridionale, ma l’aspetto forse più interessante da notare è come le economie europee più simili per dimensione e tessuto economico a quella italiana (Francia, Spagna, Regno Unito), mostrano tutte percentuali di pagamenti puntuali più alte dell’Italia; la Germania, poi, vanta un’affidabilità nettamente superiore al nostro Paese.

Non mancano variazioni, anche molto consistenti rispetto agli anni precedenti. L’Irlanda e il Regno Unito mostrano una crescita consistente dei pagatori puntuali rispetto al 2022 (27,1% nel primo caso e 20,3% nel secondo). Bene anche Lussemburgo (+6,9%), Serbia (+6,9%) e Croazia (+6,8%). I cali più evidenti si registrano, invece, in Romania (-39,6%), Turchia (-10,8%), Portogallo (-9%) e Belgio (-8,2%).

Considerando invece i ritardi oltre i 30 giorni, in Italia i grandi ritardatari sono il 9,6%, in crescita rispetto al 9,1% del Q4 2022. Ma c’è chi fa molto peggio di noi: la Romania è il Paese europeo con la quota più elevata di ritardi gravi (58,3%%), seguita dalla Grecia (45,8%) e Turchia (18,9%).

Guardando all’andamento nel tempo, il Belgio registra un incremento dei pagamenti in ritardo del 13,8% e raggiunge il 7,4%, mentre i ritardi gravi in Germania crescono del 15% e interessano il 2,3% delle aziende. In Ungheria l’incremento è del 26,7% ma la percentuale di grandi ritardatari resta molto bassa (1,9%).

Diversa la situazione in Turchia che con un aumento del 25,2% arriva a quota 18,9%. L’incremento più alto dei ritardi gravi è però quello della Romania (+82,8%), mentre il calo maggiore si registra in Irlanda (-34,6%).

 

Performance di pagamento in Asia: puntuali le aziende cinesi

Guardando all’Asia, in tutti i Paesi asiatici analizzati crescono i pagatori puntuali rispetto al 2022. Sul podio delle nazioni più puntuali ci sono Taiwan, Filippine e Cina.

Questo il tasso di puntualità:

  • Taiwan (77,2%)
  • Filippine (76,8%)
  • Cina (56,3%)
  • Tailandia (51,1%)
  • India (47,4%)
  • Singapore (41,1%)
  • Emirati Arabi (39,7%)
  • Israele (28,4%)
  • Hong Kong (26,3%)

Nel 2023 Taiwan non solo è la nazione con più pagatori puntuali, ma scendono drasticamente anche i ritardi gravi arrivando a quota 1,9% (-26,9%).

Sono Singapore (44,2%) e gli Emirati Arabi Uniti (40,2) a detenere il triste primato del maggior numero di ritardi oltre i 30 giorni, mentre in India i gradi ritardi crescono del 44,7% arrivando a 27,5%.

Di contro, Hong Kong mostra un miglioramento sul fronte dei pagamenti puntuali con il 26,3% del totale (+36,3% rispetto al 2022).

 

 

Puntualità nei pagamenti negli States e in Nuova Zelanda

Considerando i tre Paesi dell’America centro-settentrionale analizzati, le abitudini di pagamento presentano le seguenti percentuali:

  • Stati Uniti: 59,5% pagamenti alla scadenza, 6,4% ritardi gravi;
  • Messico: 44,9% pagamenti alla scadenza, 5,6% ritardi gravi;
  • Canada: 33,9% pagamenti alla scadenza, 8,2% ritardi gravi.

A livello di tendenze, da rilevare il fatto che in Messico i pagamenti alla scadenza decrescono del 3,2% rispetto al Q4 2022. Il Canada, invece, registra un aumento nei ritardi gravi del 9,2%, mentre negli Stati Uniti i ritardi gravi arretrano dell’4,5% rispetto all’anno precedente e quelli puntuali segnano un progresso positivo del 3,3%.

Decisamente alta, invece, la puntualità in Oceania:

  • Nuova Zelanda (81,4%)
  • Australia (64,7%)

Anche prendendo in considerazione i pagamenti con oltre 30 giorni di ritardo, la Nuova Zelanda risulta essere più virtuosa dell’Australia (3,7% vs. 8,7%). Da notare inoltre che, mentre in Nuova Zelanda crescono i pagatori puntuali (+0,5%) e diminuiscono i ritardi oltre i 30 giorni (-17,8%), in Australia scende il tasso di puntualità (-8,2%) e aumenta quello dei ritardi gravi (+17,6%).

 

 

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Marco Preti
L'AUTORE
Marco Preti

CEO, Cribis

Amministratore delegato di CRIBIS da più di dieci anni, dal 2020 è anche Direttore Generale della business unit CRIF dedicata alla Business Information & BPO e Amministratore Delegato di CRIBIS Credit Management.
Da diversi anni ricopre ruoli internazionali all’interno del Gruppo. È presidente del CdA CRIF per la Giordania, la Turchia e gli Emirati Arabi Uniti e fa parte del Consiglio di Amministrazione CRIF in Polonia e Bürgel. Inoltre, fa parte del Consiglio di Amministrazione della società di consulenza Credit Data Research Italia e di Workinvoice, la piattaforma specializzata nella cessione del credito per le PMI.

CEO, Cribis

Amministratore delegato di CRIBIS da più di dieci anni, dal 2020 è anche Direttore Generale della business unit CRIF dedicata alla Business Information & BPO e Amministratore Delegato di CRIBIS Credit Management.
Da diversi anni ricopre ruoli internazionali all’interno del Gruppo. È presidente del CdA CRIF per la Giordania, la Turchia e gli Emirati Arabi Uniti e fa parte del Consiglio di Amministrazione CRIF in Polonia e Bürgel. Inoltre, fa parte del Consiglio di Amministrazione della società di consulenza Credit Data Research Italia e di Workinvoice, la piattaforma specializzata nella cessione del credito per le PMI.

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