Finanza Agevolata e Fintech

Studio Pagamenti: la pandemia ha costretto le aziende a cambiare prospettiva

Coraggio

Scopri cosa è emerso dall'edizione di Studio Pagamenti 2021: quali sono i cambiamenti che hanno affrontato le aziende durante l'anno della pandemia.

Lo Studio Pagamenti 2021 è stata un’importante occasione per confrontarci, insieme ad altri relatori, sulla situazione delle aziende italiane nell’anno della pandemia fra chiusure, incertezze e stato dei pagamenti.

Negli ultimi mesi Credit Data Research, società che si occupa di finanza agevolata e servizi di accesso al credito, ha registrato cambiamenti importanti da un punto di vista di finanziamenti alle imprese, tanto nel numero di richieste, quanto nelle modalità di accesso ad essi.

Questo periodo di pandemia ci ha lasciato alcune abitudini positive – l’adozione di nuovi strumenti per valutare le imprese o l’accesso rapido ai finanziamenti – e alcune negative, come per esempio la difficoltà nel pianificare a lungo termine.

 

FINANZA AGEVOLATA: COME IL LEGISLATORE HA AIUTATO LE AZIENDE

Fra il 2020 e il 2021 il legislatore ha messo in campo soluzioni importanti per fronteggiare un’emergenza che è ormai realtà da più di un anno. A servizio delle imprese, infatti, sono state erogate decine di miliardi di euro attraverso la decretazione emergenziale che si è incessantemente susseguita e che continuerà a sostenere il tessuto produttivo con il prossimo Decreto Sostegni bis.

All’interno delle stesse misure governative sono state inoltre inserite nuove opportunità che riguardano il mondo delle garanzie – come quelle introdotte con il Decreto Cura Italia e con il Decreto Liquidità - registrando di conseguenza un boom eccezionale del sistema imprenditoriale. Tra il 2020 e il 2021, il numero di domande presentato dalle imprese è cresciuto da 125.000 a oltre 1.600.000, per un totale di oltre 150 miliardi di euro di finanziamenti garantiti. Dati che ci dimostrano quanto le aziende abbiano fatto affidamento sugli strumenti di agevolazione.

Nella cornice di questi interventi, sia il richiedente (banca/Confidi) che i beneficiari finali (imprese/professionisti) hanno ottenuto significativi vantaggi, poiché il soggetto finanziatore, con procedure semplificate e tenori di garanzia superiori rispetto alle disposizioni ordinarie ante Covid, ha supportato adeguatamente le esigenze di liquidità del mondo imprenditoriale.

 

LA SEMPLIFICAZIONE COME STRUMENTO DI CRESCITA PER LE IMPRESE

L’obiettivo dei decreti e delle decisioni del legislatore è stato quello di “tamponare l’emorragia”, mettendo a disposizione delle aziende liquidità per “restare a galla”, per sopravvivere e per sopperire alle difficoltà a cui il sistema è andato incontro in questi mesi.

Pur trattandosi di una grande opportunità per le aziende, l’orizzonte temporale di questi finanziamenti è chiaramente breve. Si tratta infatti di manovre che anziché favorire gli investimenti, sono state pensate per soddisfare il fabbisogno di liquidità delle imprese.

Il Temporary Framework, la cornice normativa di riferimento dell’Unione europea all’interno della quale sono previste facilitazioni nella concessione di aiuti in regime di deroga rispetto alla disciplina ordinaria, scadrà (salvo proroghe) il 31 dicembre 2021, data oltre la quale saranno verosimilmente ripristinate condizioni stringenti per le aziende che prendono denaro in prestito.

La parola chiave in questa trama di interventi è semplificazione, poiché finalmente per le imprese è stato più facile accedere ai finanziamenti, grazie a processi più semplici che hanno generato un aumento notevole degli interventi di finanziamento.

Inoltre, le imprese si sono interfacciate con controparti diverse e soggetti in grado di restituire risposte in merito alla valutazione del credito e soddisfare esigenze finanziarie delle imprese stesse. Questi soggetti hanno il vantaggio di possedere potenti strumenti digitali, in grado di fornire risposte molto più rapide rispetto a un soggetto tradizionale.

Sapere di poter avere a disposizione denaro sotto forma di finanziamento in pochi giorni rispetto a pochi mesi, infatti, cambia completamente la prospettiva delle aziende. E credo che questa sarà una delle abitudini positive che porteremo avanti anche dopo la pandemia.

 

ANALISI E STRUMENTI DIGITALI: COME VALUTARE UN’AZIENDA NELL’ERA POST-COVID

Il modo di valutare un’azienda, con la pandemia, è completamente cambiato.

Per valutare un’azienda occorre munirsi di strumenti in grado di restituire parametri oggettivi sull’impresa analizzata, così da non essere “traditi” in fase di valutazione dalla percezione che si ha di un’impresa e poterla valutare in modo analitico, rigoroso e puntuale. Anche e soprattutto per aiutare l’impresa a presentarsi a un partner commerciale in modo adeguato. Benefici che possono arrivare anche da interventi successivi del legislatore.

Gli ultimi cambiamenti – come, per esempio, la modifica dei principi contabili - hanno portato il soggetto bancario a valutare non solo il rating dell’azienda basato su elementi del passato, ma anche ragionando in ottica “forward looking”.

Guardare al futuro aiuta a capire se un’impresa ha o meno la capacità di sostenere il proprio business, di sdebitarsi o di crescere. Valutare un’azienda tramite parametri oggettivi vuol dire poter intervenire in modo repentino in presenza di problemi o insufficienze.

 

 

IMPRESE E INTERVENTI: COSA ASPETTARSI DAL FUTURO?

La ripresa dell’economia italiana ed europea, nei prossimi sei anni, dipenderà anche dal Recovery Fund, il quale porterà in dote più di 200 miliardi di euro per l’Italia. Si tratta per la maggior parte di fondi a debito, ma ciononostante ci permetteranno di allargare finalmente l’orizzonte temporale.

Nell’ultimo anno, come abbiamo visto, i finanziamenti erogati da parte dello Stato nei confronti delle imprese sono stati fondamentali per risanare le casse delle aziende, iniettando liquidità funzionale a contenere le perdite. In sede di valutazione, naturalmente, questo portava le aziende stesse ad avere una prospettiva a breve termine.

Le imprese in futuro dovranno essere in grado di auto-valutarsi in chiave prospettica, dotandosi di strumenti di programmazione economico finanziaria, non pensando a contingenza ma a prospettive a lungo raggio.

 

Carlo Spagliardi, CEO Credit Data Research Italia

Spagliardi
L'AUTORE
Carlo Spagliardi

CEO, Credit Data Research Italia

CEO, Credit Data Research Italia

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