Gestione Crediti Commerciali

Inflazione, costo delle materie prime, rincari energetici pesano sulla puntualità delle aziende italiane nel terzo trimestre 2023

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Il terzo trimestre del 2023 registra un peggioramento nella puntualità dei pagamenti delle imprese. Approfondisci l'ultimo report Studio Pagamenti di CRIBIS.

Lo Studio Pagamenti di CRIBIS relativo al terzo trimestre conferma un lento ma costante peggioramento nella puntualità dei pagamenti delle imprese dovuto all’attuale contesto macroeconomico.

 

Studio Pagamenti Q3: aumentano le imprese che pagano con un ritardo oltre i 30 giorni

 

A destare maggiore preoccupazione è l’incremento dei ritardi gravi (oltre i 30 giorni) a un anno di distanza. Se nel Q3 2022 si attestavano a 9,1% nello stesso periodo del 2023 raggiungono quota 9,4%. Resta invece stabile la percentuale di pagatori puntuali (41,1%).

Il tempo medio di pagamento è pari a 71 giorni, con delle differenze a seconda della dimensione delle aziende.

 

 

 

Le Microimprese se da un lato vantano una concentrazione più alta di imprese puntuali (42,8%) e tempi di pagamento sotto la media italiana (69 giorni), dall’altro registrano anche una percentuale più elevata di ritardi gravi (10,3%). Mentre al crescere della dimensione aziendale la percentuale dei pagatori puntuali diminuisce, registrando il valore più basso nelle Grandi aziende (15,8%).

 

Il Nord-Est è l’area geografica più puntuale

 

L’area geografica che presenta il maggior numero di imprese puntuali è il Nord-Est (47,9%), di contro nel Sud e Isole si registra la più alta quota di grandi ritardi (14,8%).

Le regioni più virtuose sono Lombardia (51,3%), Emilia-Romagna (49,3%) e Veneto (47,4%). Al contrario le regioni meno puntuali sono Sicilia (23,7%), Calabria (25%) e Campania (28,8%).

 

 

 

Sempre il Nord-Est è l’area geografica in cui i tempi di pagamento sono più brevi (69), mentre quelli più lunghi si registrano nelle regioni di Sud e Isole (75).

 

 

 

 

A livello regionale, in Trentino-Alto Adige i pagamenti in media sono i più tempestivi d’Italia (64) mentre il Lazio i tempi di attesa sono i più lunghi (82).

 

Nei settori ristorazione e alimentari il maggior numero di ritardi gravi

 

Non mancano differenze, anche notevoli, fra settori merceologici. Il maggior numero di aziende che saldano le loro fatture oltre i 30 giorni si concentrano nei settori Ristoranti e Bar (19,4%), Industrie alimentari (12,2%) e GD/DO (12,1%).

Considerando l’andamento nell’ultimo anno dei ritardi gravi, gli incrementi più elevati si sono registrati nel settore dei Trasporti (con un aumento del 21,5% rispetto allo stesso periodo del 2022), seguito da Costruzioni (+16,5%) e Servizi per le persone (+13,3%).

Le aziende operanti nel comparto delle industrie della ceramica e delle Industrie chimiche registrano tempi di pagamento più alti (in media 91 giorni), mentre i Servizi alle persone è il segmento dove i tempi medi di attesa sono più brevi (30 giorni).

 

Come interpretare i dati di questo terzo trimestre?

 

In un contesto economico e politico complesso come quello attuale, l’aumento dei ritardi gravi nei pagamenti non sorprende. Va però anche detto che siamo lontani dai livelli negativi registrati nel Q4 2019 con una percentuale di ritardi gravi del 10,5% e nel Q4 2020 a quota 12,8%.

Resta dunque fondamentale cogliere e non trascurare questi primi segnali di sofferenza, senza però eccedere negli allarmismi.

Proprio la puntualità è in questo periodo oggetto di particolare attenzione da parte dell’UE. Il motivo è che un fallimento su quattro nell'UE è dovuto a ritardi nei pagamenti e a farne le spese sono soprattutto le aziende più piccole. Si stima, inoltre, che il ritardo nei pagamenti costi alle imprese europee circa 275 miliardi di euro all'anno. 

Per questo è al vaglio della Commissione Europea una revisione dell’attuale direttiva, in vigore dal 2011, che prevede che le autorità pubbliche debbano pagare entro 30 giorni, mentre le imprese private abbiano fino a 60 giorni per saldare i loro debiti. Per promuovere la cultura della tempestività, la CE sta pensando di porre un limite massimo di 30 giorni per i pagamenti anche per le aziende private.

Non resta che aspettare per sapere se la proposta diventerà ufficiale e quale impatto avrà sul tessuto imprenditoriale italiano.

Per saperne di più scarica gratuitamente l’Osservatorio sui comportamenti di pagamento aggiornati al terzo trimestre 2023!

Scarica le ricerche

osservatorio_italiaq3_2023 .pdf 1,6 Mb

Marco Preti
L'AUTORE
Marco Preti

CEO, Cribis

Amministratore delegato di CRIBIS da più di dieci anni, dal 2020 è anche Direttore Generale della business unit CRIF dedicata alla Business Information & BPO e Amministratore Delegato di CRIBIS Credit Management.
Da diversi anni ricopre ruoli internazionali all’interno del Gruppo. È presidente del CdA CRIF per la Giordania, la Turchia e gli Emirati Arabi Uniti e fa parte del Consiglio di Amministrazione CRIF in Polonia e Bürgel. Inoltre, fa parte del Consiglio di Amministrazione della società di consulenza Credit Data Research Italia e di Workinvoice, la piattaforma specializzata nella cessione del credito per le PMI.

CEO, Cribis

Amministratore delegato di CRIBIS da più di dieci anni, dal 2020 è anche Direttore Generale della business unit CRIF dedicata alla Business Information & BPO e Amministratore Delegato di CRIBIS Credit Management.
Da diversi anni ricopre ruoli internazionali all’interno del Gruppo. È presidente del CdA CRIF per la Giordania, la Turchia e gli Emirati Arabi Uniti e fa parte del Consiglio di Amministrazione CRIF in Polonia e Bürgel. Inoltre, fa parte del Consiglio di Amministrazione della società di consulenza Credit Data Research Italia e di Workinvoice, la piattaforma specializzata nella cessione del credito per le PMI.

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