Gestione Crediti Commerciali
Analisi dei pagamenti delle aziende italiane nell’ultimo trimestre del 2023
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Un’analisi delle performance di pagamento delle aziende italiane nell’ultimo trimestre del 2023. Scopri di più sui dati dell’ultimo report di Cribis.
Si è da poco concluso il 2023, un anno che ha visto le aziende, soprattutto le PMI, alle prese con una complessa gestione degli affari e di conseguenza dei flussi di cassa. Quanto l’incertezza economica e finanziaria ha fatto sentire il suo peso sulla puntualità dei pagamenti delle imprese nel quarto e ultimo trimestre dell’anno?
Per rispondere a questa domanda, andiamo ad analizzare lo Studio Pagamenti Q4 2023 di CRIBIS. Quel che emerge è che il 2023 si chiude con il 41,1% di pagatori puntuali, mentre i pagamenti con oltre 30 giorni di ritardo raggiungono il 9,6%.
Dati sostanzialmente in linea con il trimestre precedente, mentre se si considera il 2022 si rileva una leggera crescita dei ritardi oltre i 30 giorni dalla scadenza, che passano dal 9,1% nel Q4 2022 al 9,6% del Q4 2023.
A sorprendere è invece il confronto con il 2019: nel 2023 rispetto ai livelli pre-pandemici gli indici sono tutti in miglioramento:
- I pagamenti puntuali passano dal 34,7% del Q4 2019 al 41,1% del Q4 2023;
- I ritardi entro i 30 giorni scendono dal 54,8% del quarto trimestre 2019 al 49,3% dello stesso periodo del 2023;
- I ritardi gravi registrano una leggera diminuzione dal 10,5% del Q4 2019 al 9,6% del Q4 2023.
Il Nord Est campione di puntualità nei pagamenti
Conducendo un’analisi delle regioni italiane più puntuali, è il Nord Est l’area geografica dove le aziende sono più affidabili, con il 47,7% di pagamenti effettuati a scadenza, seguito da Nord Ovest (47,6%), Centro (37,7%), Sud e Isole (28,6%).
Anche dal punto di vista dei ritardi gravi, il Nord Est risulta essere il più virtuoso con solo il 6,5% di grandi ritardatari, contro il 7,1% del Nord Ovest, il 10,8% del Centro e il 15% di Sud e Isole.
Approfondendo l’analisi, sul podio delle regioni più puntuali troviamo
- Lombardia (51,4%)
- Emilia-Romagna (48,8%)
- Veneto (47,6%).
Performano meglio della media italiana (41,1%) anche Marche (46,3%), Trentino-Alto Adige (46,1%), Friuli-Venezia Giulia (45,7%), Piemonte (43,9%) e Toscana (41,7%).
Di contro, le regioni con le più basse percentuali di pagamenti regolari sono:
- Campania (28,5%)
- Sicilia (23,1%)
- Calabria (25%).
Un andamento che si riflette anche sui tempi medi di pagamento che vanno dai 68 giorni nel Nord Est e Nord Ovest, ai 70 del Centro, per finire con i 71 di Sud e Isole.
Andando nel dettaglio, i tempi medi di pagamento più lunghi sono: Calabria (76), Lazio (74) e Sardegna (73). Mentre quelle dove le fatture vengono mediamente saldate prima sono: Trentino-Alto Adige e Liguria (61).
Maggiore è la dimensione dell’azienda, minore è la puntualità nei pagamenti
Considerando le dimensioni, le grandi aziende sono le meno puntuali con una percentuale di affidabilità del 15,3%. Fanno meglio le imprese medie (28,2%), piccole (38,1%) e micro (43%).
Da notare, però, che proprio queste ultime, se da un lato vantano una puntualità più comune rispetto alle altre categorie, dall’altro presentano anche la percentuale più alta di ritardi oltre i 30 giorni dalla scadenza (10,5%). Dato che scende nel caso delle realtà piccole (6,4%), medie (4,7%) e grandi (3,9%).
Quanto ai tempi medi di pagamento si va dai 69 giorni per le piccole e grandi imprese (in linea con la media italiana) ai 64 delle microaziende e ai 70 delle medie.
Analisi dei pagamenti per settore: la ristorazione quello meno puntuale
Se si prendono in esame i diversi settori, i gruppi merceologici dove i ritardi oltre il mese sono più frequenti sono:
- Ristoranti e bar (19,9%)
- Industrie alimentari (12,3%)
- GD/DO (12,2%)
- Agricoltura e allevamento (10,9%)
- Costruzioni (10,5%)
- Servizi per le persone (10,3%)
- Commercio al dettaglio (10,1%). T
Tutti gli altri restano sotto il 10%.
I settori Industrie dei macchinari, attrezzature elettriche ed elettroniche (4,1%), Industrie della carta (3,4%) e Industrie della gomma (3,1%) sono, invece, quelli dove si registrano meno ritardi oltre il 30 giorni.
Da notare, però, che rispetto al trimestre precedente, si osserva una crescita dei ritardi gravi del 19,5% per le Industrie chimiche e del 17,2% per le Industrie della carta.
Estremamente eterogenei i tempi medi di pagamento dei diversi settori: si passa, infatti, dai 94 giorni delle Industrie della ceramica ai 36 giorni dei Servizi per le persone.
C’è da augurarsi che, con il contenimento dell’inflazione e il ribasso dei tassi di interesse, il 2024 sia un anno più favorevole alla solvibilità aziendale, nonostante restino forti incognite sullo sviluppo economico nazionale e le tensioni geopolitiche a livello internazionale.
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L'AUTORE
Marco Preti
CEO, Cribis
Amministratore delegato di CRIBIS da più di dieci anni, dal 2020 è anche Direttore Generale della business unit CRIF dedicata alla Business Information & BPO e Amministratore Delegato di CRIBIS Credit Management.
Da diversi anni ricopre ruoli internazionali all’interno del Gruppo. È presidente del CdA CRIF per la Giordania, la Turchia e gli Emirati Arabi Uniti e fa parte del Consiglio di Amministrazione CRIF in Polonia e Bürgel. Inoltre, fa parte del Consiglio di Amministrazione della società di consulenza Credit Data Research Italia e di Workinvoice, la piattaforma specializzata nella cessione del credito per le PMI.
CEO, Cribis
Amministratore delegato di CRIBIS da più di dieci anni, dal 2020 è anche Direttore Generale della business unit CRIF dedicata alla Business Information & BPO e Amministratore Delegato di CRIBIS Credit Management.
Da diversi anni ricopre ruoli internazionali all’interno del Gruppo. È presidente del CdA CRIF per la Giordania, la Turchia e gli Emirati Arabi Uniti e fa parte del Consiglio di Amministrazione CRIF in Polonia e Bürgel. Inoltre, fa parte del Consiglio di Amministrazione della società di consulenza Credit Data Research Italia e di Workinvoice, la piattaforma specializzata nella cessione del credito per le PMI.
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