Pandemia: ritardi gravi pagamenti imprese aumentano del 21,9%

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Secondo lo Studio Pagamenti Cribis a livello internazionale l’Italia è tra i Paesi dove sono aumentati di più nel 2020 i pagamenti ai fornitori oltre 30 giorni (+21,9%) e tuttavia i pagamenti alla scadenza sono migliorati leggermente (dal 35 al 35,7%) facendo guadagnare posizioni al nostro Paese. I ritardi gravi si sono impennati soprattutto in Messico, Slovenia e Francia.

 

Nel 2020 in Italia le imprese che hanno pagato i loro fornitori con oltre 30 giorni di ritardo sono aumentate del 21,9% rispetto al 2019 salendo così al 12,8% totale. Nonostante questo, alla fine dello scorso anno, la puntualità delle aziende italiane è migliorata dal 35 al 35,7% facendo guadagnare al nostro Paese una posizione a livello europeo (dal 17° al 16° posto) e due al livello mondiale (dal 25° al 23° posto). È quanto emerge dallo Studio Pagamenti, aggiornato al 31 dicembre 2020, realizzato da CRIBIS, società del Gruppo CRIF specializzata nella business information, che ha analizzato le abitudini di pagamento delle imprese in 35 Paesi del mondo (23 dei quali in Europa) che rappresentano circa il 90% del PIL mondiale.

Singapore ed Egitto sono le nazioni che hanno in assoluto più ritardi gravi, rispettivamente con il 43,2% e il 42,8%, mentre in Europa hanno fatto peggio dell’Italia la Grecia (38%), la Romania (24,8%), il Portogallo (20,3%), la Croazia (19,1%) e la Turchia (15,7%). Rispetto al 2019, i pagamenti oltre 30 giorni si sono impennati in termini percentuali soprattutto in Messico (+59,1%), Slovenia (+43,3%), Francia (+37,5%), Lussemburgo e Danimarca (+33,3% per entrambe) e a Taiwan (+31,6%). Nonostante il notevole incremento, tuttavia, la Danimarca si conferma anche nel 2020 fra i Paesi con meno ritardi gravi in assoluto (0,8%), insieme a Svezia (0,7%) e Finlandia (0,9%). I ritardi gravi sono aumentati nell’ordine del 20% anche per Serbia, Belgio, Irlanda e Spagna. E anche in Cina la percentuale delle imprese ritardatarie è passata dal 26,3% del 2019 al 30,1% del 2020.

La patria di Andersen è, fra i 35 Paesi del mondo monitorati dall’analisi di CRIBIS, anche quello con il maggior numero di imprese puntuali (88,6%), seguita da Polonia (76%), Paesi Bassi (75%), Russia (73,7%) e Taiwan (72,5%). Fanalino di coda è la Romania (13,1%), preceduta da Israele (16,2%), Portogallo (16,4%), Bulgaria (18,9%) e Grecia (23,3%).

Rispetto al 2019, Filippine (+29,3%), India (+28,5%), Croazia (+22,6%) e Finlandia (10,2%) fanno registrare l’incremento più elevato di pagamenti puntuali, che si attestano rispettivamente al 56%, al 53,7%, al 33,6% e al 53%. Le involuzioni più significative, invece, riguardano l’Irlanda (-38,5%), la Romania (-35,5%), Hong Kong (-17,2%) e Israele (-12,4%), dove le imprese che adempiono i propri obblighi di pagamento alla scadenza sono, nell’ordine, il 28,9%, il 13,1%, il 28% e il 16,2%.

A confronto con il 2019, l’Irlanda (28°) perde 11 posizioni in classifica, Lussemburgo (12°), Messico (17°) e Francia (22°) retrocedono di 3 posti, Taiwan (5°) e Spagna (18°) di 2, mentre l’India (14°) scala 8 posizioni e Turchia (8°) e Portogallo (33°) ne guadagnano 2. Stabili, rispettivamente all’11° e al 30° posto, Stati Uniti e Cina.

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