Studio pagamenti CRIBIS secondo trimestre 2024
In leggero calo i pagamenti puntuali, mentre sono stabili quelli con un ritardo superiore ai 30 giorni dalla scadenza. Diminuiscono i tempi medi, che passano dai 69 giorni del secondo trimestre del 2023 ai 67 di questo trimestre. Prosegue invece l’andamento a due velocità tra il Nord e il Sud Italia.
Nel secondo trimestre del 2024 le aziende che pagano con puntualità sono il 39,9% sul totale delle realtà italiane analizzate, con tempi medi di pagamento pari a 67 giorni. È quanto emerge dallo Studio Pagamenti aggiornato al 30 giugno 2024 realizzato da CRIBIS, società del gruppo CRIF specializzata nel fornire informazioni, soluzioni e consulenza alle imprese.
Secondo lo studio i primi sei mesi del 2024 confermano un quadro di stabilità, con un leggera diminuzione dei pagamenti puntali rispetto al Q2 2023 (41,2%) e al Q2 2022 (40,6%), ma in aumento rispetto al secondo trimestre del 2021 (36,5%). Migliora, inoltre, la media dei tempi di pagamento, che passa dai 69 giorni del Q2 dello scorso anno, ai 67 giorni di questo trimestre. I pagamenti con oltre 30 giorni di ritardo (9,5%) vedono un leggero miglioramento rispetto al Q1 2024 (9,7%).
Lo Studio Pagamenti evidenzia differenze rilevanti per aree geografiche (le regioni del Nord Italia sono più puntuali), settori merceologici (soffrono la ristorazione, le industrie alimentari e la GD/DO) e dimensioni delle aziende (le microimprese mostrano performance migliori in termini di pagamenti regolari, mentre quelle di dimensioni maggiori sono meno propense ai ritardi gravi).
Dall’analisi sulle macroaree geografiche il Nord Est risulta ancora l’area più affidabile con il 47,1% di pagamenti regolari, mentre le imprese del Sud e Isole mostrano un comportamento meno virtuoso con solo il 27,9% di pagamenti effettuati alla scadenza, e il 15% delle imprese che paga in ritardo, contro la media nazionale del 9.5%. Sui gradini più alti del podio Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, le cui imprese pagano entro scadenza rispettivamente nel 49,5%, 47,8% e 47,4% dei casi, mentre ci sono maggiori criticità per Campania (28,3%), Calabria (23,9%) e Sicilia (22,7%).
La differenza si riscontra anche nei ritardi oltre i trenta giorni dalla scadenza: sono il 6,4% nel Nord Est (il Trentino è la regione più virtuosa con il 5,2%) e il 15% nell’area Sud e Isole (la Sicilia è la regione meno virtuosa con il 18,1%). Anche i tempi medi dei pagamenti sono polarizzati geograficamente: le regioni più puntuali sono Trentino-Alto Adige e Liguria (57 giorni il primo e 60 il secondo), mentre all’ultimo posto troviamo Campania e Calabria (81 giorni).
A livello di settori merceologici il comparto in maggiore difficoltà resta quello della ristorazione con il 19,4% delle imprese che paga oltre i 30 giorni. Seguono, entrambi in leggera ripresa rispetto al primo semestre dello scorso anno, GDO (11,8%) e l’Industria Alimentare (11,7%).
Da segnalare inoltre che, rispetto al secondo trimestre del 2023, si osserva una crescita dei ritardi oltre i 30 giorni dell’11,4% per le Industrie della ceramica e del 22,9% per le Industrie della carta e affini. Rispetto all’anno precedente anche il settore delle Costruzioni evidenzia un incremento dei ritardi gravi (+8,2%).
Per quanto riguarda i tempi medi di pagamento, sono proprio le industrie della ceramica ad avere i tempi medi più lunghi (98 giorni) seguiti dall’Industrie macchinari e attrezzature elettriche (81 giorni). Il settore merceologico più puntuale, per quanto riguarda questo trimestre, è i Servizi alle persone (39 giorni).
Nel secondo trimestre del 2024 il settore della Pubblica Amministrazione esibisce performance di pagamento al di sotto della media italiana. Infatti, il 38,8% rispetta i termini prestabiliti rispetto alla media italiana (39,9%), mentre il 14,1% delle PA paga con oltre 30 giorni di ritardo (contro il 9,5% della media nazionale).
Il settore ASL e Sanità registra un lieve peggioramento in corrispondenza dei pagamenti oltre 30 giorni, che aumentano dello 0,3% rispetto al Q1 2024.
Per gli Enti Territoriali infine, si osserva un generale miglioramento delle performance dei pagamenti oltre 30 giorni (-1,1% vs. Q1 2024 e -2,2% vs Q4 2023).
Per quanto riguarda le dimensioni delle aziende coinvolte nello studio, le microimprese confermano una performance positiva nella classe di pagamento alla scadenza con una concentrazione del 41,7%, ma registrano anche il più alto livello di ritardi gravi (10,5%) rispetto alla media.
All’opposto, le grandi aziende hanno più ritardi a 30 giorni (81,8%), meno pagamenti alla scadenza (14,4%), e meno pagamenti in ritardo grave (3,8%).
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